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21.04.2012

13° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE - I PREMI E LE MOTIVAZIONI

Si è conclusa a Lecce la tredicesima edizione, quest'anno particolarmente ricca e significativa, del festival del cinema europeo. Fra gli ospiti internazionali: Terry Gilliam (che ha presentato il corto "Wholly family") e Emir Kusturica (testimone di un bellissimo libro fotografico sul suo cinema, celebrato con una retrospettiva) hanno registrato una calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Quest'anno il programma del festival prevedeva anche tributi a Ken Russell e Sergio Castellitto, al quale è stato dedicato il libro curato da Enrico Magrelli "Sergio Castellitto, senza arte ne parte" (ediz.Rubettino).

31.07.2011 - 18.08.2011

Sinfonie di Cinema 2011 – LA COMMEDIA NEL CINEMA ITALIANO

Anche quest’anno torna a Montefiore dell’Aso (AP) la magica atmosfera del festival “Sinfonie di cinema”.

INTERVISTE

01.02.2008

Intervista a Franco Nero

Sig.Nero questo film descrive un'angoscia comune a molta gente che oggi fa cinema: la difficoltà di vedere i propri progetti realizzarsi... Quanto c'è in un certo senso di biografico nella realizzazione di un film come “La rabbia”. Ciò che racconta si riferisce in parte anche alla sua difficile lavorazione?

Io parlo per l'autore. Logicamente fare un film indipendente è un problema. Louis Nero ha dovuto finanziarsi da solo, io in questo l'ho aiutato perchè l'ho coprodotto, ma si è dovuto occupare anche della scrittura, della fotografia, del montaggio. E' una cosa che in Italia non ha fatto nessuno; forse lo faceva solo Chaplin che però trovava dei distributori. C'è un pochino di biografico in Louis Nero, non in me che in un certo senso sono un privilegiato perchè lavoro comunque moltissimo, sopratuttto all'estero. Io nel film faccio il “Mentore” che ha come me l'amore per i giovani registi di talento che ho sempre cercato di aiutare perchè so quanto soffrono per fare un film. Avendo un figlio che fa il giovane regista, io capisco benissimo questa rabbia, questa sofferenza per fare un film d'autore. Ieri alla “Vita in diretta” ho detto ad esempio che la vita mi ha dato tanto e quindi mi sento in dovere di aiutare i giovani perchè sono in debito con la fortuna. Vado in giro per il mondo a lavorare, poi in Italia mi diverto ad aiutare i giovani registi.

Ma perchè secondo lei in Italia il cinema d'autore che in altri paesi europei è una necessità culturale, rischia di scomparire?

Il problema è che oggi alcuni film italiani commerciali escono addirittura in 1400 copie; oggi non c'è più un'industria cinematografica che c'era ad esempio negli anni '60 e '70. Prima si faceva il cinema per tutti: il western, il comico, il thriller, i film per bambini ma c'era anche posto per il film d'autore. Il produttore che guadagnava soldi con i film di cassetta li investiva per fare anche film diversi. Adesso c'è spazio per qualche film comico che ti occupa tutte le sale, rimane molto poco per la qualità. Io ho presentato questo film a Roma, a Torino, a Napoli, domani andremo a Bologna con un grande interesse di pubblico. Le critiche sono state eccezionali, certo è un film particolare che ricorda i tempi di Antonioni, però ogni inquadratura è un dipinto in movimento. Ed è anche un omaggio al mondo fantastico di Fellini. Infatti il mio personaggio ha nel film una scena in cui parla con la sagoma di questo grande regista.

“La rabbia” è un film concettuale, insolito che ha il suo punto di forza nella fotografia. Lo si può definire un film figurativo che si sottrae volutamente alla linearità narrativa? Lei aveva già lavorato precedententemente con Louis Nero.. Come definisce il suo modo di girare?
Louis perde molto tempo nel preparare la scena, è molto meticoloso e la fotografia è uno dei punti forti del film. Come i vecchi maestri del cinema tiene moltissimo all'uso delle luci ed è questo che rende la visione un'esperienza unica, fuori dall'ordinario.

Nel film sono presenti molti contributi speciali: mi riferisco a Corin Redgrave, superbo attore inglese, ma anche Foà ed Albertazzi, per finire con Philippe Leroy e Tinto Brass in una simpatica autocelebrazione.. Sono rimasti anche loro affascinati dallo stile di questo giovane cineasta?

Essendo il coproduttore ho chiesto a tutti questi grandi attori un cameo nel film. E tutti hanno accettato volentieri perchè quando c'è un rispetto reciproco l'attore accetta di buon grado, anche di lavorare per la gloria. Sono rimasti affascinati perchè è un film che non si colloca in nessun genere. Perchè il film è dedicato ai giovani laureati che non trovano lavoro e hanno la rabbia in corpo; noi parliamo di un regista in crisi che per trovare i soldi va a rapinare una banca. Siamo ovviamente in una dimensione paradossale e provocatoria però a volte la disperazione può generare certe reazioni..

Quali sono le difficoltà di un film di approdare in sala?

L'Altrofilm, la casa di distribuzione di Louis Nero, distribuisce meglio di altre case di distribuzione che ormai tendono ad uscire in meno copie ed hanno quindi una tiratura inferiore. A Torino la sua casa ha fatto un contratto di quattro settimane con il cinema Centrale, adesso porterà questo film in giro per l'Italia, anche nei festival, per dargli visibilità. Il suo scopo è di arrivare a 50000 spettatori per poter aver, in base ad una legge, il passaggio sui canali televisivi satellitari. Ma abbiamo anche fatto una prima a Los Angeles, dove abbiamo ottenuto un buon successo di critica.

Nel film si parla di “giganti del cinema che hanno fatto spazio a gnomi della televisione”; continua ad essere veramente questo elettrodomestico secondo lei il nemico storico del cinema? Oppure sono semplicemente cambiati i tempi e i gusti?

La Tv oggi ha la sua importanza, perchè consente al film una seconda vita. Però devo anche dire che molti registi di cinema per necessità si sono buttati nelle fiction. Il modo di girare ovviamente è totalmente diverso e questo va a scapito della qualità. C'è un imbarbarimento nella resa, film che vengono dilatati per la necessità delle due serate... Tanti anni fa un autore era libero, portava i suoi progetti nelle case di produzione e non aveva problemi. Oggi non puoi fare un film senza diritto televisivo quindi devi avere necessariamente a che fare con funzionari, gente che in nome del passaggio televisivo ti chiede di tagliare, di fare rinunce.. E l'autore deve per forza scendere a compromessi.

Nel film si cita molto Fellini, "Otto e Mezzo", cosa ricorda dell'amicizia con questo straordinario regista che ha portato il nostro cinema nel mondo?


Io incontrai Federico Fellini l'anno in cui prese l'Oscar alla carriera, ci ritrovammo casualmente in toilette l'uno affianco all'altro e lui non riusciva a gioire per questo premio importante perchè mi diceva: “io non voglio un Oscar, voglio fare un altro film ma nessuno me lo fa fare!”. Ecco questo la dice lunga su come abbiamo trattato i nostri autori in Italia. Un monumento cinematografico che in segreto si disperava, covando appunto quella rabbia in corpo. Ma poi avevamo la stessa parrucchiera, bravissima, che ci contendevamo sui set quando eravamo impegnati rispettivamente. Una volta mi disse: “Ti voglio fare un film, ma tu sei troppo bello!”. Un grande uomo, ma soprattutto uno straordinario amico.

Febbraio 2008

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