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21.04.2012

13° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE - I PREMI E LE MOTIVAZIONI

Si è conclusa a Lecce la tredicesima edizione, quest'anno particolarmente ricca e significativa, del festival del cinema europeo. Fra gli ospiti internazionali: Terry Gilliam (che ha presentato il corto "Wholly family") e Emir Kusturica (testimone di un bellissimo libro fotografico sul suo cinema, celebrato con una retrospettiva) hanno registrato una calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Quest'anno il programma del festival prevedeva anche tributi a Ken Russell e Sergio Castellitto, al quale è stato dedicato il libro curato da Enrico Magrelli "Sergio Castellitto, senza arte ne parte" (ediz.Rubettino).

31.07.2011 - 18.08.2011

Sinfonie di Cinema 2011 – LA COMMEDIA NEL CINEMA ITALIANO

Anche quest’anno torna a Montefiore dell’Aso (AP) la magica atmosfera del festival “Sinfonie di cinema”.

INTERVISTE

23.11.2006

Intervista a Bud Spencer e Terence Hill

ASSISI - Retrospettiva "Bud Spencer e Terence Hill"

Sberle, fagioli e pistole caricate a salve. Con questa insolita ricetta in tasca Bud Spencer e Terence Hill hanno cavalcato insieme 40 anni di onorata carreria internazionale, al servizio del cinema per famiglie. Non si sono mai piegati alle regole del botteghino facile, che spesso fa rima con la volgarità. Ci ritorna alla mente lo stupore con il quale, una volta giunti in età consapevole, scoprivamo che dietro quei nomi filoamericani si nascondevano in realtà due signori italianissimi, doppiati spesso e volentieri (magistralmente) per ragioni commerciali. Era un po’ come accorgersi con una secchiata d’acqua gelida che Babbo Natale non esisteva. Poi le prime appassionanti documentazioni davano frutti ancora più sorprendenti sui nostri beniamini: Bud, al secolo Carlo Pedersoli, era di origine napoletana (classe 1929), già campione di nuoto, aveva partecipato a molte edizioni olimpiche (Helsinki ‘52 e Melbourne ‘56), facendo la spola con la sua famiglia fra Italia e Sud America. Terence, pseudonimo di Mario Girotti, nato a Venezia nel 1939, dopo un’infanzia trascorsa in Germania inizia da adolescente a praticare nuoto a Roma. I due si conoscono in piscina, gareggiando per la stessa squadra. Seguiranno per circa un decennio due percorsi cinematografici individuali; Terence dopo l’esordio in “Lazzarella” (1957) approda al grande cinema d’autore sei anni dopo nel “Gattopardo” di Luchino Visconti. Ma la buona sorte sta per generare una coppia felice. Il primo film girato in coppia risale al 1967, si intitola “Dio perdona, io no!” (regia di Giuseppe Colizzi); Carlo sceglie un nome d’arte che omaggia una birra e un grande attore americano, Mario viene chiamato casualmente per sostituire il vero protagonista, infortunatosi in seguito ad una caduta da cavallo. Ma i primi western seguono ancora la consuetudine classica. A parte pochissimi film in ruoli separati (ma solo per ragioni professionali), Bud e Terence faranno sempre coppia fissa. Il film che li consacra definitivamente al grande pubblico è “Lo chiamavano Trinità” (1970) che resta, ad oggi, il più grande successo commerciale del cinema italiano; seguono “Continuavano a chiamarlo Trinità” (1971), “Più forte ragazzi” (1973), “Altrimenti ci arrabbiamo” (1974), “Porgi l‘altra guancia“ (1975), “Pari e dispari” (1978), “Chi trova un amico trova un tesoro” (1981), “Nati con la camicia” (1983) e tantissimi altri fino all’ultimo film girato insieme che è “Botte di natale”, del 1994.
Dal 20 al 25 novembre i due sono stati protagonisti assoluti ad Assisi della rassegna annuale “Primo piano sull’autore”, organizzata con la passione di sempre da Franco Mariotti, che quest’anno ha tagliato il 25esimo traguardo. Il sottotitolo della mostra sintetizza l’anima di questo cinema che ancor’oggi continua ad entusiasmare spettatori di tutte le età e che sta incrementando su internet un frenetico scambio di informazioni fra collezionisti. “West, botte da orbi e buoni sentimenti”. Andò proprio così: in un certo senso Bud e Terence aggiornarono gli stereotipi seriosi dello spaghetti-western che in quegli anni era in fase calante, trasformandoli nel più divertente fagioli-western. Nelle loro pellicole non si contavano i morti ammazzati dalla dura legge del far west né fu versata mai una goccia di sangue, i “cattivi” venivano stesi a suon di cazzotti e sganassoni dai due paladini dell’ordine. Un cinema di genere che verrà esportato in tutto il mondo e che in tutto il mondo effettivamente si è girato (molte le location esotiche a fare da sfondo). Quando poi negli anni ‘80 i cavalli sono stati sostituiti dalle moto di ordinanza la celebre coppia non ha battuto ciglio trasferendosi dalle praterie del Nevada all’asfalto di Miami. Da cowboy a piedipiatti, il passo è breve. Ma sempre con lo stesso spirito caciarone e picaresco.
Sono stati riproposti nel suggestivo cinema Metastasio di Assisi 18 film selezionati, tutti nel fascino imperdibile del 35 millimetri originale. Rivedere questa meravigliosa produzione cinematografica senza tempo ha regalato emozioni a tutti e ha chiarito le idee a qualcuno. Non tutti infatti sapevano, lo si è appreso qui, che Mel Brooks si ispirò proprio a Trinità per il suo “Mezzogiorno e mezzo di fuoco” (primo caso di western profano in America) e che Steven Spielberg trasse spunto da due film con Bud Spencer e Cary Gufey (il bimbo di “Incontri ravvicinati del terzo tipo”) per scrivere “E.T.”, il più grande successo planetario. Il successo di pubblico conseguito in questi incontri è stato straordinario.
E a furor di popolo con un calore ed un affetto da grandi occasioni i due sono stati accolti nell’aula magna dell’ università per stranieri di Perugia. Molte le domande intervallate da un tifo da stadio.

Dei film che hanno incassato di più nella storia del cinema italiano, undici pellicole vi appartengono. Quale sono le ragioni del vostro successo?


Hill: Ancora oggi non riusciamo a spiegarci il segreto di questo successo. Credo che sia stato un evento meraviglioso, dovuto alla casualità di un incontro sul set del primo film dove è nato fra noi subito un feeling particolare che ci segue ancora oggi. Stando accanto a Bud io mi scatenavo, riuscivo a tirar fuori cose insolite per la mia risaputa timidezza. Quando ad esempio è uscito il primo “Trinità” ero sorpreso dalle risate del pubblico, non riuscivo a spiegarmelo. Fra me pensavo che non era mia intenzione principale far ridere. Poi è andata così… Ma penso comunque che la ragione di questo successo di pubblico sta nel fatto che facevamo questi film con amore e passione, non guardandoli dall’alto in basso. Il pubblico ha capito che amavamo il nostro lavoro e ci ha sempre seguito.

Spencer: Io ritengo invece che la ragione stia solo in un punto. Ognuno di noi nel suo piccolo vorrebbe menare qualcuno. Tutti non accettiamo i soprusi, chi nella vita chi sul lavoro, e vorremmo ribellarci. Quindi siamo partiti da questa voglia di “reazione” del pubblico e l‘abbiamo esaudita. Noi vendichiamo i torti subiti. In alcuni film si vede benissimo che Terence si inventa le cose più strane per scatenare la mia reazione. E il pubblico non aspetta altro che l’inizio della lotta. Ma è una lotta buona, di comicità e finzione. Non c’è la minima traccia di violenza.

Tornerete insieme per un nuovo film?


Spencer.: La nostra differenza di età si fa sempre più pesante. Terence lo giudico “meno anziano di me”. Però vi posso assicurare che è nei nostri programmi ricominciare da capo. E’ una buona notizia. Però non possiamo tornare più a fare gli stessi film. Non ci saranno cazzotti, ma verranno fuori altre cose carine.

Quale è secondo voi il film più bello che avete fatto?


Insieme: Non c’e’ alcun dubbio. Tutti.

Gli attori che rivestivano i ruoli dei cattivi erano sempre gli stessi. Come mai? Avevate un’equipe collaudata di attori per i ruoli minori?


Hill: Questa è stata una scelta del regista Enzo Barboni che amava i film americani (i classici del muto e i western) e sosteneva che in un certo senso il pubblico si affezionava, si abituava alle facce dei cattivi. Quindi gira gira erano sempre quelli. Lo spettatore quando vedeva un volto conosciuto, “schiaffeggiabile” partecipava alla storia e non vedeva l’ora che il poveraccio venisse menato.

Come sono nati nomi come Trinità e Bambino? E quale è la frase di un film cui siete particolarmente legati?


Hill.: I nomi furono inventati da Enzo Barboni quando entrava negli uffici dei produttori per lanciare questo suo progetto e pochi credevano in questa sua idea di smitizzare lo spaghetti western. Quindi erano personaggi presistenti. La frase che mi piace di più è quella in cui Bud mi dice: “Non voglio che mi chiami Bambino. Anzi non chiamarmi mai, nemmeno se stai per affogare”. Divertentissimo.

Voi siete dei grandi attori perché come Totò, Sordi e i fratelli De Filippo avete cresciuto più generazioni. Il pubblico in un certo senso vi appartiene. Siete consapevoli di questa grande e piacevole responsabilità?

Spencer.: Paragonarci ai grandi del cinema italiano ci fa onore, ma ritengo che noi siamo fuori da questa categoria. Totò, Alberto Sordi, Eduardo e Peppino De Filippo erano dei comici di “parola”. Il nostro successo invece è dovuto alla comicità gestuale, quindi più immediata e semplice, di conseguenza esportabile in tutto il mondo. Inoltre io e Terence abbiamo due formazioni diverse. Lui nasce attore nel vero senso della parola io ero un personaggio prestato al cinema, lui conosceva l’inglese e studiava recitazione io invece non avevo questa intenzione. Io non ho mai voluto fare l’attore, pur avendo sposato la figlia del più grande produttore italiano di quegli anni (Peppino Amato), non parlavamo mai di cinema in famiglia. Fu Colizzi che mi chiese se volevo fare “Dio perdona e io no!” perché cercava una faccia come la mia. Accettai perché quei due mesi di lavorazione mi servivano per coprire delle cambiali. Accettai per due milioni di lire, pensate un po’.

Siete partiti con i due Trinità poi avete cambiato genere e ambientazione. C’erano motivi particolari?


Hill. Noi ad un certo punto volevamo e dovevamo cambiare. Però lo abbiamo fatto spostando l’azione in luoghi esotici senza tempo. Abbiamo girato dappertutto: Africa, Venezuela, Colombia, Brasile. L’importante è che le nostre storie non si svolgessero in un luogo individuabile. Eravamo legati alla natura favolistica di queste storie.

Spencer: Quando abbiamo fatto “Più forte ragazzi!” ad esempio ricordo che guidavo da solo il piccolo aereo che ci serviva per gli spostamenti e mi sono appassionato. Ho preso il brevetto e ho continuato questa mia passione per il volo anche dopo.

Si sono mai verificati incidenti sul set durante quelle scene famose?


Hill: Una volta soltanto mi sono dovuto mettere quattro punti in testa perché mi ero beccato una pancata… Non avevamo mai la controfigura..

Spencer: Si, però quella pancata era diretta a me, me ne sono accorto all’ultimo momento e mi sono chinato. Ecco perché… (ridono).

E’ vero caro Bud che nel film “Si può fare amigo” hai portato sulle spalle un cavallo?

Spencer.: A questo film sono legato perché l’ho girato con il grande Jack Palance, scomparso qualche settimana fa. Lui era un attore che amava i ruoli comici, gli stava stretta la parte del cattivo. E’ vero in quel film mi hanno messo un cavallo addosso. C’erano alcuni della troupe che lo tenevano da una parte, ma era un cavallo arabo, quindi non molto pesante…

Il lavoro vi ha uniti ed affiatati, ma siete davvero amici nella vita?

Spencer: Ci terrei a rispondere io. Posso giurare che siamo l’unica coppia che non ha mai litigato nemmeno per un secondo (si danno la mano, durante una standing ovation, ndr).

Cosa avete in comune con i vostri personaggi?


Spencer.: Io credo che Carlo Pedersoli sia un individuo normale, non violento, tollerante. La forza l’ho usata solo nello sport perché mi andava di farlo. Ricordo una competizione violentissima a Mosca nel ‘53 (l‘anno che era morto Stalin), l’acqua diventò rossa, non si scherzava mica durante le gare. Bud Spencer è invece uno che usa la violenza per far ridere. Quindi lo fa per finta. Per questo i bambini non hanno paura di me.

Hill: Io sono figlio di un italiano e di una tedesca. Mio padre era un tipo molto chiuso, mia madre invece una donna molto sprint, molto aperta e vivace. Quindi Mario Girotti è un uomo timido, riservato. In Trinità è venuto fuori lo spirito scanzonato e gioviale di mia madre.

Quanto l’America vi ha influenzato nella cultura? Cosa pensate della crisi attuale, della guerra in Iraq?

Spencer: Ti dico solo questo. Tu stai rivolgendo una domanda così importante a due persone semplici, estranee a tutto questo. Non riesco a darti una risposta. Mi sento davvero piccolo piccolo difronte ai grandi dilemmi posti oggi dalla civiltà. Ribaltando il classico aforisma che dappertutto stabilisce “CAVE CANEM”, mi verrebbe da dire: “AVE CANEM, CAVE HOMO”, “benvenuto cane, attento all’uomo!”.

Entra una nutrita delegazione universitaria di goliardi e offrono simpaticamente birra e salsicce per stabilire con una nuova sfida il vincitore della mitica Dune Buggy di “Altrimenti ci arrabbiamo”. Bud e Terence vengono addirittura nominati “guardiani del grifone”, poi sul tavolo della conferenza arriva anche una padella di fagioli. I ragazzi hanno riempito con il loro smisurato affetto il gran cuore dei due eroi. Come si fa a non amare Bud e Terence? In loro onore alla presenza di sceneggiatori, autori e protagonisti del loro cinema nel comune di Assisi si è svolto addirittura un seminario di critici e colleghi di lavoro, con dibattito incluso. Più forte di così ragazzi, davvero non si può!

Assisi - Novembre 2006

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