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21.04.2012

13° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE - I PREMI E LE MOTIVAZIONI

Si è conclusa a Lecce la tredicesima edizione, quest'anno particolarmente ricca e significativa, del festival del cinema europeo. Fra gli ospiti internazionali: Terry Gilliam (che ha presentato il corto "Wholly family") e Emir Kusturica (testimone di un bellissimo libro fotografico sul suo cinema, celebrato con una retrospettiva) hanno registrato una calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Quest'anno il programma del festival prevedeva anche tributi a Ken Russell e Sergio Castellitto, al quale è stato dedicato il libro curato da Enrico Magrelli "Sergio Castellitto, senza arte ne parte" (ediz.Rubettino).

31.07.2011 - 18.08.2011

Sinfonie di Cinema 2011 – LA COMMEDIA NEL CINEMA ITALIANO

Anche quest’anno torna a Montefiore dell’Aso (AP) la magica atmosfera del festival “Sinfonie di cinema”.

GRANDE, GROSSO E... VERDONE

Regia: Carlo Verdone

Interpreti: Carlo Verdone, Claudia Gerini, Geppi Cucciari, Eva Riccobono

Durata: 131'

Nazionalità: Italia 2008

Genere: commedia

Stagione: 2007-2008

Realizzare un film su richiesta del pubblico? Musica celestiale per le orecchie del produttore Aurelio De Laurentiis che, sulla base del fabbisogno comico (sempre più in declino) di un nutrito bacino d'utenza, tende a rinnovare puntualmente questo miracolo ogni fine anno distribuendo cinepanettoni. Al produttore questa volta gli è toccato fare lo straordinario assecondando quella consistente fetta di committenza verdoniana (fra i quali il sottoscritto) che premeva affinchè il grande e grosso attore romano potesse tornare sui vecchi passi, triplicandosi nei ruoli spensierati che lo lanciarono circa trent'anni fa. Più che un ritorno, si è trattato di pura autocelebrazione cui si sta avviando da tempo (con esiti sconcertanti) il cinema leggero italiano privo di nuovi repertori vivaci, con questa fissa del guardarsi sempre alle spalle. Ma i tempi sono cambiati e anche il buon Carlo è costretto bruscamente a farsene una ragione. L'impeccabile programmazione pubblicitaria che ha preceduto, accompagnato e seguito il suo grande ritorno ai personaggi di successo ha involontariamente scatenato attese eccessive, esagerate se vogliamo per un film disimpegnato e leggero. Fatto sta che la montagna delle 850 copie e della prepotente copertura nazionale delle sale ha partorito un topolino piccolo piccolo, un film di comunissimo intrattenimento che non fa gridare al miracolo e che non rientra nelle abituali corde verdoniane. Già l'effetto sorpresa era svanito da tempo col tamtam dei forumisti e degli appassionati. Che l'attore regista recuperasse un personaggio antico (il Leo bonaccione di “Bianco, rosso e Verdone”), più due maschere recenti (il professore pedante e la coppia di coatti di “Viaggi di nozze”) era storia ben nota. Che potesse immaginarli inesorabilmente invecchiati, con figli a carico e problemi della mezza età era un sopportabile peso malinconico, facile da gestire ma solo con una sceneggiatura brillante fra le mani. Ma è lo stesso regista a sbagliare dosaggio: non ci sono più le vicende incrociate (soluzione ideale per un film con più personaggi da gestire), le storie stavolta sono rigorosamente separate in veri e propri minifilm con diverso stile. Si parte con la famiglia Nuvolone, rappresentata dal buon Leo, che sta per partire per un raduno degli scout; un tragico lutto comprometterà in tutti i sensi la felicità della vacanza. Nel cortometraggio assistiamo a una serie di esilaranti disavventure tragicomiche che evaporano in fretta in salsa farsesca. Nel secondo frammento ritroviamo l'illustre e pignolo docente universitario che come Barbablù ha accompagnato alla tomba e alla disperazione le sue precedenti mogli. Falso e ipocrita come pochi il protagonista è costretto a preoccuparsi dell'educazione sessuale del suo rampollo che è un ragazzo dolce e sensibile, praticamente il suo opposto. Anche qui siamo in piena farsa breve, ma si vola un po' più alti. Ma si tratta solo di uno streching preparatorio prima che prenda vita l'attesa comica finale che dura quasi un'ora e che ci ripropone a grande richiesta la coppia Venchiarutti, adorabili e mitici coatti in vacanza “strategica” all'Hotel San Domenico di Taormina nel disperato tentativo di ricompattare una compromessa armonia. Fra figuracce, pseudo amori clandestini e una ritrovata fede nel rapporto di coppia, il tempo stavolta vola via e si spendono le risate migliori.
Si può parlar male di un film di Carlo Verdone? Non si può e non si deve. A volte la simpatia e il garbo di un attore possono giocare brutti scherzi, arruffianando i gusti. Ma stavolta ci vuole davvero molta forza di volontà per perdonargli la sua “filmaurizzazione”; ovvero la fretta di concludere un prodotto popolare secondo gli abituali canoni commerciali del suo finanziatore. Fra i lati negativi di questo film individuiamo indubbiamente la sfilza di “product placement” e di markette che ormai hanno ridotto le distanze fra cinema e televisione. A sorpresa i lati buoni non mancano: a parte la generosità del protagonista nel cambiare le sue maschere (lui stesso crede di averne ricavato un buon prodotto), ci sono molti ragazzi che vedremo presto altrove (il bravo ed elegante Andrea M.Risi) e un tris di regine: la simpatica Geppi Cucciari, l'algida Eva Riccobono e una Claudia Gerini, coatta più che mai, che si prende in giro meravigliosamente esasperando il suo personaggio.
Poche risate, ma buone, nell'attesa che Verdone possa tornare presto ad essere un autore, prima che un attore. Questa semplicistica fame di buon umore finisce infatti con l'oscurare un valore aggiunto che alla fine si ricava al cospetto dei tre mostri creati da Verdone.
Il bello è infatti è che dall'umorismo si passa involontariamente alla sociologia: non a caso l'episodio più riuscito, l'ultimo, propone un infelice essere umano in crisi perchè pur potendo comprare tutto con i suoi soldi ci resta secco quando scopre che l'amore vero ha un prezzo normalissimo, come tutte le cose. Involontariamente Carlo ci fa riflettere sul vuoto dei nostri tempi, sul decadimento dei valori familiari, sulle brutture di un nuovo millennio involgarito. Acuto osservatore del presente evidentemente stavolta Verdone è andato troppo a fondo, mettendo a nudo l'incattivita modernità interiore dei suoi mostruosi esemplari.

UCI Cinemas, Molfetta - Marzo 2008 (Barisera)

Voto:     2 / 5
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