Casa Disney ritorna ai temi austeri ed educativi delle fiabe tradizionali con un cartone animato che rivendica qualche primato; la storia, infatti, non è stata ricavata da nessun testo ma scritta di conseguenza per il grande schermo. Ed è inconfutabilmente una novità. Anni di lavorazione per un'ora e mezza; ma i produttori non temono assolutamente il danno economico, anzi sono certi di rientrare nei costi nei primi mesi di programmazione. D'accordo, ma piacerà ai bambini? Viene da pensare che quella del re leone è la prima fiaba per adulti nella storia del cinema. C'e' tutto o quasi: l'amore patriarcale nel quale si sottintende uno strato sottile di misoginia, la violenza e la paura che ci rievocano gli incubi nel bosco di Biancaneve, l'acquisizione del potere giusto e per il bene di tutti. Evviva, c'e' spazio per la democrazia. Ma come sono lontani i guizzi, le trovate e le battute fulminanti del genio della lampada! La Disney riscopre il fascino perduto della storia, senza per questo limitare la grandiosità delle immagini, degli sfondi, del commento musicale. Tragedia dinastica in savana: il re leone ha finalmente un erede, al quale impartisce la lealtà e l'umiltà con la quale dovrà accogliere il suo trono. II re leone ha però suo malgrado un fratello ignobile ed arrivista che aspira al potere. Per raggiungere il suo intento lo zio sciagurato causa l'involontaria morte del re leone, imputando il suo ignaro figlioletto costretto quindi a fuggire dalla savana. II regno cade nella depressione più profonda e irreversibile: il dispotico fratricida semina miseria e squallore mentre il futuro re chiede conforto a due stravaganti compagni di avventura. II bene trionferà perchè il trono tornerà sotto la coda del suo legittimo proprietario; il cattivo ci rimedierà una sconfitta atroce, all'ultimo respiro. Fondali meravigliosi e perfezione tridimensionale all'insegna del si può dare di più. Progredire è sempre un piacere ma da un film all'altro si finisce sempre con il distinguere sempre più il latte fresco da quello liofilizzato: il sapore è ovviamente diverso, ma la storia non cambia. L'appuntamento di fine anno che puntualmente si rinnova (è già annunciata la fiaba del Natale '95) conferma che la Disney è sempre più maleintenzionata a raggranellare gli incassi, piazzandosi al comando. Ogni suo film dà un pò l'idea dello squadrone destinato a fare I'en-plein ed equivale un pò al panettone di Natale e alla colomba di Pasqua. Nessuno si sottrae a questo annuale automatismo ma ogni volta vien voglia di rivedersi "Biancaneve" e spalacare gli occhi davanti a questa meraviglia realizzata sessant'anni fa.

Cinema Impero, Trani - Dicembre 1994