Fiore all'occhiello della Paramount, il comico Eddie Murphy fa il suo esordio dietro la macchina da presa, confezionando una nostalgica e distensiva commedia ambientata nella New York della lotta fra bande criminali negli anni '30. Una sorpresa o era tutto calcolato? A dispetto delle premesse "Harlem nights" non è poi un lavoro destinato a sorprendere. Abbina la realtà sanguinaria della criminalità di quartiere con l'umorismo di grana grossa derivante da una feccia canagliesca composta per la maggior parte da attori di colore. Murphy è invadente, si prodiga nonostante lo scenario retrò nella solita risatella da ebete, ma ha stavolta l'onere non proprio leggero di dirigere la baracca. Gli tiene testa un formidabile Richard Pryor, qui nei panni di "Sugar" Ray un astuto proprietario di un night club, in lotta con i boss della malavita italoamericana nel malfamato quartiere di Harlem. Antefatto: venti anni prima la vita di Ray viene salvata dall'intervento provvidenziale di "Quick", un ragazzino che impugna la pistola e fredda un suo nemico. Da allora il maestro e l'allievo diventano inseparabili nonchè soci in affari. Ma sono tallonati da Bugsy Calhones, rivale nel business, che pretende la sua fetta e lo manda a dire attraverso un poliziotto corrotto. Troppi galli nel pollaio, qualcuno dovrà rinunciare e lasciare la città. Ma a "Sugar" viene in mente un'idea geniale: una stangata da attuare ai danni dell'avido nemico per punirlo...
"Harlem nights" è un film che si lascia apprezzare per la cura nei particolari con cui Murphy ricostruisce un periodo memorabile della vecchia America. La sceneggiatura, a volte un pò confusa, raccoglie tutti i luoghi comuni del filone gangsteristico ricorrendo a caratteristi spiritosi e godibili. Eddie Murphy in disparte perfeziona due ruoli marginali che lasciano il segno: il croupier miope e la tenutaria del bordello sboccata e intraprendente. Bellissime musiche di Herbie Hancock, scenografia di mestiere, ma grossi limiti in cabina di regia per la tendenza a risolvere i buchi del racconto con la volgarità come riempitivo.
Cinema Bellini, Trani - 25 Febbraio 1990 |