Immaginatevi un Brad Pitt istruttore di body building con polo rossa d'ordinanza che si scatena in ridicole piroette ascoltando la musica all'auricolare o Frances McDormand che si fa palpare i glutei da un chirurgo plastico che gli fa un preventivo ad occhio dei "tiraggi" su misura. E ancora: pensate ad un George Clooney barbuto e invasato che vede spie dappertutto, soffre di manie di persecuzione e si costruisce segretamente in cantina un diabolico e indegno marchingegno da esporre nella vetrina di un sex shop. Oppure immaginatevi un John Malkovich completamente fuori di testa che impugna un'ascia ed esce in mutandoni dalla sua barca con passo deciso. Ecco appunto: un serbatoio senza fondo di provocazioni che si materializzano attraverso un immaginario creativo che non ha precedenti ne uguali nella storia del cinema contemporaneo. E' l'idiozia il comune denominatore che unisce questa allegra combriccola in uno spensierato girotondo dove da un momento all'altro può sempre partire un colpo. Il mondo dei fratelli Coen è questo, solo questo. Prendere o lasciare. Passano dai fasti di un applauditissimo trionfo ("Non è un paese per vecchi" con i suoi quattro Oscar si può considerare tranquillamente il miglior film della scorsa stagione) ad uno scanzonato ed irriverente gioco fra compagni di merende con la leggerezza che solo i grandi professionisti si ritrovano in tasca. "Burn after reading", discussa e sottovalutata commedia nera mette ko spionaggio e controspionaggio attraverso un brillante accumulo di situazioni paradossali e sciagurate disavventure.
Tutto parte dal fatale licenziamento di Osborne Cox (John Malkovich), agente della Cia espulso dai servizi segreti per alcuni problemi con la bottiglia. Inviperito dalla sua estromissione, Cox scrive sul suo computer uno scottante memoriale che per caso finisce su un dischetto che viene dimenticato nello spogliatoio di una palestra. Ritrovato da Chad (Brad Pitt) e Linda (Frances McDormand), addetti alla manutenzione, il supporto si trasforma presto in un'arma di ricatto per estorcere un pò di dollari al distratto ex-agente. La trama si infittisce perchè entrano in scena altri personaggi, ma anche le altre piccole storie vengono dirottate sullo stesso binario dell'intrigo principale. Ma nessuno sembra mai fare la cosa giusta e l'intelligenza e la razionalità diventano merce rara, messa in ogni caso da parte.
E' sufficiente lo scinitillante cast all stars a garantire una sicura serata ad alto rendimento comico; i Coen riescono ad allestire un circo chiassoso e surreale dove trova spazio e sfogo anche l'humour sulfureo e a sorpresa che è sempre stato un costante marchio di fabbrica nella loro produzione cinematografica. Difficile attribuire meriti ai singoli, giacchè prevale il gioco di squadra e i risultati di questo benefico equilibrio sono abbastanza evidenti. Passata l'ora di ricreazione, i due geniacci torneranno a fare sul serio. E questa alternanza, buon segno di provvidenziale cambiamento, è musica celestiale per chi afferma da tempo che il trasformismo dietro la macchina da presa è il più attendibile banco di prova per chi ha la celluloide nelle vene.
Cinema Opera, Barletta - 21 Settembre 2008 |