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21.04.2012

13° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE - I PREMI E LE MOTIVAZIONI

Si è conclusa a Lecce la tredicesima edizione, quest'anno particolarmente ricca e significativa, del festival del cinema europeo. Fra gli ospiti internazionali: Terry Gilliam (che ha presentato il corto "Wholly family") e Emir Kusturica (testimone di un bellissimo libro fotografico sul suo cinema, celebrato con una retrospettiva) hanno registrato una calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Quest'anno il programma del festival prevedeva anche tributi a Ken Russell e Sergio Castellitto, al quale è stato dedicato il libro curato da Enrico Magrelli "Sergio Castellitto, senza arte ne parte" (ediz.Rubettino).

31.07.2011 - 18.08.2011

Sinfonie di Cinema 2011 – LA COMMEDIA NEL CINEMA ITALIANO

Anche quest’anno torna a Montefiore dell’Aso (AP) la magica atmosfera del festival “Sinfonie di cinema”.

CARO DIARIO

Regia: Nanni Moretti

Interpreti: Nanni Moretti, Renato Carpentieri, Antonio Neiwiller, Moni Ovadia, Giulio Base

Durata: 97'

Nazionalità: Italia 1993

Genere: commedia

Stagione: 1993-1994

Solo due, delle tante frecce scoccate da Nanni nel primo frammento. La prima: nell'estate romana delle strade vuote e delle sale cinematografiche chiuse per ferie, si reca in vespa al cinema Fiamma di via Bissolati per la proiezione di "Henry pioggia di sangue" di John McNaughton, opera caldeggiata dalla critica con alcune recensioni gratificanti. Un redattore ci ha ricamato infatti un bel pezzo di "cronismo letterario" con tante (troppe) belle parole e pochi contenuti. Nanni al cinema, invece, prova solo disgusto e noia. La sera stessa va a leggersi tutte le recensioni assurde mentre il povero critico cinematografico (amichevole partecipazione dell'amico Carlo Mazzacurati) piange come un bambino riascoltando le stupidaggini uscite di suo pugno. La seconda: sull'isola di Stromboli, dove insieme ad un amico si era rifugiato per lavorare al suo nuovo film, durante una bellissima escursione sulle pendici del vulcano fumante, Nanni, su richiesta di ques'ultimo, interroga alcuni turisti americani per avere aggiornamenti sugli intrecci di "Beautiful" (che rivelerà urlando a squarciagola).

Ce n'è, insomma, per tutti i gusti: dalla televisione criticata per quello che propone (ma le telenovelas sono educative perchè risvegliano l'interesse per altre famiglie?), al cinema martoriato da tormentoni generazionali (ma i tuoi primi film, caro Nanni, non erano forse così?), ai baroni della medicina che sanno solo parlare e non ascoltare. Per la prima volta dopo otto film Moretti entra in scena in prima persona e manda in pensione l'alter ego Michele Apicella. L'occasione è insolita ma anche ispirata: con evidente spirito autobiografico l'autore ricorre ad un diario visivo raccontando alcune sue ultime esperienze.

Nel primo capitolo ("In vespa") Nanni visita la Roma dei quartieri periferici a bordo della sua inseparabile lambretta: la Garbatella, la Magliana, Spinaceto, Casalpalocco. Zone spesso trascurate, meritevoli di una riscoperta. La Roma agostana offre davvero poco e in quelle poche sale aperte si corre in rischio di ritrovarsi al cospetto di horror di scarto, pietosi film italiani con protagonisti turbati da rimorsi generazionali mentre Nanni, che non rinnega di aver lottato con la stessa generazione, si autodefinisce "uno splendido quarantenne". In un faccia a faccia con il pubblico l'autore rivela di aver sempre desiderato saper ballare, passione che per tanti motivi era rimasta nel cassetto. Col casco bianco e gli occhiali da sole si ferma in uno spiazzo assolato dove alcuni cantanti latini suonano un merengue. Poi incontra Jennifer Beals, protagonista del mitico "Flashdance", che lo definisce un tipo "off" e finisce il suo giro sulla strada di Ostia dove Pier Paolo Pasolini fu assassinato. Nel secondo frammento "Isole" si sposta nell'arcipelago delle Eolie per trovare la concentrazione necessaria per il suo ultimo lavoro. Le isole sono diverse, ognuna con i suoi condizionamenti. Lipari col problema del traffico, Salina con la piaga dei figli unici, Stromboli con la severità e l'ostilità del vulcano, Panarea troppo caotica, Alicudi troppo isolata. Nell'episodio conclusivo ("Medici") il regista ricostruisce un autentico "calvario medico". Un insopportabile prurito notturno interpretato dai baroni della medicina con diagnosi discordanti, ricette inutili, medicinali superflui.

Tre momenti distinti, fra il serio e il faceto, volutamente privi di linearità narrativa. Un diario minimo che ricorda l'assoluta libertà dei suoi primi superotto. Un'opera che definiremmo "sperimentale" e che consente di ritrovare un autore un tempo forse anche ostile, capace solo adesso di ristabilire contatti con il suo pubblico. Cosa è rimasto degli altri film? Sotto certi aspetti lo stile ermetico e surreale dei dialoghi, delle situazioni. Fatta eccezione per l'ultimo episodio che è una documentazione dettagliata (e Moretti mostra anche una sua seduta di chemioterapia), siamo sempre nel suo mondo abitato da interlocutori astratti, metafore sparse, situazioni che rimandano ad altre sue storiche fissazioni.

"Caro diario" è un pò una sintesi di una cinematografia realizzata in una crisi d'identità che ha trovato miracolosamente sbocchi, un'occasione che ci consente di riscoprire punti di vista comuni e di superare la precedente fase di crisi apicelliana. I brani meravigliosi di Nicola Piovani si sposano con la prima parte del mitico "Koln Concert" di Keith Jarrett che commenta la struggente visita al luogo dell'eccidio di Ostia. Fra le amichevoli partecipazioni la più lussuosa è quella di Renato Carpentieri: uno dei pochi attori italiani capaci, come Carlo Cecchi ad esempio, di sostenere legami indispensabili fra cinema e teatro.

Cinema Kursaal Santalucia, Bari - 22 Novembre 1993

Voto:     3 / 5
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