I limiti vanno rispettati. Non sempre questo avviene, a maggior ragione quando l'eccessiva libertà creativa di una pellicola stravolge la verosimiglianza, per soddisfare meglio l'intrattenimento della platea. E' il caso di "Inserzione pericolosa", giallo sofisticato, bistrattato già nel banalissimo titolo per il mercato italiano, dai distributori. E' un film che, come già è avvenuto in altri casi analoghi, funziona solo nella sua prima parte perdendosi poi per strada nella ricerca vana di finali a sorpresa, ai fini della facile spettacolarità. Un vero peccato dal momento che il bravo regista Barbet Schroeder, traendo spunto dai maestri del thriller psicologico (Hitchcock e Polanski in prima fila), riesce comunque ad imbastire una tormentata vicenda di rivalità femminile avvalendosi anche della pregiata fotografia del nostro Luciano Tovoli.
Allison Jones (Bridget Fonda) è una bella ragazza che vive in un accogliente appartamento al centro di New York, conducendo una normale e tranquilla vita da "single" e di donna in carriera. Lavora in proprio vendendo programmi di informatica e stravede per il suo nuovo compagno Sam (Steven Weber), legato segretamente alla sua ex-moglie. Quando Allison si avvede della superficialità e dell'indecisione del suo partner, decide di troncare immediatamente la relazione e per non restare sola in casa pubblica un'annuncio sul giornale, cercando una ragazza con cui dividere le spese dell'affitto. Fra le numerose richieste Allison accoglie quella di Hedy (Jennifer J.Leigh), timida e impacciata, con cui sembra avere molte affinità caratteriali. Le due donne simpatizzano, cominciano a dividersi gioie e dispiaceri, ma anche vestiti e gioielli. Ma Hedy comincia lentamente a rivelare il suo carattere possessivo ed invadente, tirando fuori invidia e cattiveria e remando contro la sua riappacificazione con Sam. Inizia così un sottile gioco psicologico destinato a concludersi tragicamente: Hedy, nasconde nel suo passato la scomparsa della sorella gemella, morta per annegamento durante una gita al mare. L'insano bisogno di completarsi con un'altra donna ha alterato la sua personalità fino a renderla pericolosa ed imprevedibile. Per Allison liberarsi dalla sua misteriosa compagna di stanza non sarà impresa facile...
L'aspetto psicologico del lavoro di Schroeder funziona a meraviglia: il conflitto fra le due personalità si focalizza a poco a poco, mettendo a fuoco gli squilibri mentali della ragazza malata e preparando un angoscioso clima d'attesa che ricorda gli intrecci alla Mankewitz di "Eva contro Eva". Quando però questi validissimi aspetti cedono il passo alle convenzioni del thriller spettacolare, l'angoscia mostra irrimediabilmente una corda logora attraverso superficiali e grossolane stratagemmi adatti al caso. Anzichè tremare, il pubblico se la ride e non può proprio farne a meno: morti apparenti e lotte incessanti non possono non abbinare l'intreccio all'eccesso di fantasia dell'autore. L'atroce perplessità non scalfisce in alcun modo la bravura delle due attrici protagoniste. Bridget Fonda straordinaria nel sottolineare il profondo senso di terrore e di impotenza davanti alla follia e Jennifer Jason Leigh attraverso una tranquillità apparente che nasconde la morbosità del carnefice.
Cinema Impero, Trani - 9 Novembre 1992 |