Realizzato nel 1968 da Giuliano Montaldo, tratto da un racconto di Ovid Demaris ("Candyleg"), presentato con successo al festival di Cannes, "Gli intoccabili" resta tuttora un'occasione unica ed irripetibile nella storia del cinema italiano. Perchè è girato con "mano straniera", interpretato da un formidabile cast di grandi star americane (quando mai vi ricapiterà di vedere all'opera nello stesso film Peter Falk, John Cassavetes, Britt Ekland e Gena Rowlands?) secondo i canoni spettacolari della grande industria hollywoodiana. Montaldo stesso in una sua recente intervista la ricorda come una delle operazioni più importanti della sua carriera dove ebbe modo di tastare con mano la grande esperienza di Cassavetes davanti alla macchina da presa ma, nelle pause, soprattutto la sua straordinaria dimestichezza con il ruolo di regista. E' uno dei primi film in cui si parla in modo diretto di associazioni criminali di stampo mafioso in termini epici e tragici, grazie alla partitura serrata di Ennio Morricone e alla presenza di attori legati al cinema di Sergio Leone. Un rifacimento de "Il buono, il brutto e il cattivo" sugli scenari dei gangster-movie. Charlie Adamo (P.Falk) è un cane sciolto che vorrebbe entrare in affari con la gestione del Royal, uno dei casinò più esclusivi di Las Vegas, ma non sa che i proventi appartengono alla cosca mafiosa dei De Marco. Don Franco (G.Ferzetti), l'erede della famiglia, non può fare a meno di intervenire stroncando sul nascere le subdole prepotenze di Charlie, ridimensionando di conseguenza le sue pretese. Non può nulla invece nei confronti del più esperto e violento Hank McCain (J.Cassavetes), uscito da poco dalla galera, che sta progettando un colpo grosso ai danni della cassaforte del Royal. Il furto avviene puntualmente e McCain fugge con la sua donna, braccato dai sicari della mafia, e due milioni di dollari da nascondere. Non avrà un destino felice per il semplice fatto che rubare alla mafia è un suicidio.
E' difficile riuscire a trovare lo stesso ritmo serrato, un fascino di luoghi e situazioni in un film degli ultimi vent'anni. "Gli intoccabili" domina dall'alto del suo splendore mostrando sicuramente la sua maturità, ma facendo anche rimpiangere un modo di fare cinema che non esiste più e, a maggior ragione, per mancanza di attori all'altezza. Giuliano Montaldo assimila con una straordinaria capacità di inventiva uno stile spettacolare che viene fuori attraverso sequenze all'ultimo respiro, inseguimenti e tutto il repertorio classico dei gangster-movie americani. Ma "Gli intoccabili" è anche e soprattutto un "film di ambienti"; aspetto che qualche anno dopo Francis Ford Coppola avrà modo di perfezionare con la saga de "Il padrino". E' un capolavoro che descrive con precisione e dovizia un mondo, per l'epoca, inedito e sconosciuto. Posti di comando, stanze ovali e capi cosca in giacca e cravatta (un grandissimo Salvo Randone) dietro le scrivanie con il potere di decidere la sorte dei picciotti ribelli. In questa meravigliosa delizia per gli occhi che è la recitazione d'alta scuola di tutti i protagonisti si segnala la toccante e spaventosa grandezza di Gena Rowlands, vecchia compagna di malefatte del criminale McCain, che per amore del suo ex amante accetta di aiutare la giovane fiamma dello stesso. Gioco di sguardi d'alta classe: partecipazione breve ma memorabile. Lo schermo illuminato dal mito, destinato per ovvi meriti all'immortalità. Non a caso si è parlato nel corso degli anni della breve partecipazione nel cast di un giovanissimo Jim Morrison.
DVD - 13 Ottobre 2008 |