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21.04.2012

13° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE - I PREMI E LE MOTIVAZIONI

Si è conclusa a Lecce la tredicesima edizione, quest'anno particolarmente ricca e significativa, del festival del cinema europeo. Fra gli ospiti internazionali: Terry Gilliam (che ha presentato il corto "Wholly family") e Emir Kusturica (testimone di un bellissimo libro fotografico sul suo cinema, celebrato con una retrospettiva) hanno registrato una calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Quest'anno il programma del festival prevedeva anche tributi a Ken Russell e Sergio Castellitto, al quale è stato dedicato il libro curato da Enrico Magrelli "Sergio Castellitto, senza arte ne parte" (ediz.Rubettino).

31.07.2011 - 18.08.2011

Sinfonie di Cinema 2011 – LA COMMEDIA NEL CINEMA ITALIANO

Anche quest’anno torna a Montefiore dell’Aso (AP) la magica atmosfera del festival “Sinfonie di cinema”.

UCCELLI D'ITALIA

Regia: Ciro Ippolito

Interpreti: Alfredo Cerruti, Daniele Pace, Giancarlo Bigazzi, Totò Savio, Giancarlo Magalli, Oscar Avogadro

Durata: 77'

Nazionalità: Italia 1985

Genere: demenziale

Stagione: 1985-1986

"Uccelli d'Italia", il film che Ciro Ippolito ebbe l'intuizione di girare subito dopo l'insperato successo di pubblico di "Arrapaho" ottenuto l'anno precedente, si sottrae ovviamente a qualsiasi valutazione critica. Qualcuno lo definì in occasione della sua uscita "uno dei film più orripilanti del decennio", il Centro Cattolico Cinematografico si accanì in una memorabile valutazione pastorale somigliante ad un anatema: due elementi sufficienti per farlo entrare di diritto nel merito di una interessante ricerca comunque antitetica al cinema, inteso come forma d'espressione globale, anche strettamente legata alla trivialità. Per avvicinarsi alla visione di questi due massimi esempi del degrado artistico di quegli anni è necessario esplorare da vicino il pianeta Squallor, valutando le conseguenze (degenerative?) da esso derivanti. Il fenomeno non è tanto diverso da quello dei "Monty Python". Non è un caso riscontrare attraverso la visione di questo pseudofilm una traccia infinetesimale dello spirito goliardico de "Il senso della vita". Due le differenze lampanti: in quel caso l'accentuazione del lato visivo delle gag, qui un approfondimento insolito della scurrilità liberatoria. Gli Squallor, si diceva... Questo gruppo musicale rimasto sulla cresta dell'onda della discografia italiana per un buon ventennio fece la sua fortuna puntando su poche certezze: l'alta professionalità artistica dei suoi elementi (esperti parolieri, musicisti, autori della canzone italiana commerciale), la clandestinità di album comunque inascoltabili nei canali ufficiali che non fossero radio libere, l'assoluto anonimato di un clan (che si sottraeva volentieri alle apparizioni dal vivo) che avrebbe accolto negli anni a venire personaggi come Arbore, Boncompagni e tanti altri nei giochi d'improvvisazione in sala d'incisione. Tuttavia "Uccelli d'Italia", da molti riconosciuto come uno dei dischi più ispirati degli Squallor, anticipò di poco l'inaspettata e improvvisa crisi che lo seguì. A distanza di pochi mesi dall'uscita del film la prematura scomparsa di Daniele Pace, una delle massime forze creative del gruppo, motivato da un personalissimo e profondo spirito goliardico, ridimensionò bruscamente i progetti successivi dei restanti componenti. Se in "Arrapaho" il collante usato da Ippolito era legato ad una parodia poveristica del genere western, qui gli sketch assurdi sono inanellati a casaccio in un folle e incredibile delirio estremo e nell'assoluta mancanza di un copione di riferimento. "Uccelli d'Italia" ironizza sull'invadenza delle tv commerciali, sugli spot pubblicitari e sulla parodia dei trailer. Anticipa un trentennio di degenerazione culturale, ma con tanto sale in zucca. Praticamente è il figlio di un mostro e come tale bello non è.

Abbozziamo una presunta trama: Giancarlo Bigazzi è un autore in crisi creativa che davanti alla sua portatile fuma nervosamente in cerca di un'idea da proporre. Alcuni brani storici presenti negli ultimi album degli Squallor vengono per così dire rappresentati sullo schermo con esiti non sempre felici. Il brano "Tombeado" presente in un album del 1981 ("Mutando") viene reinventato da Alfredo Cerruti al capezzale di un immobile Daniele Pace che deve trattenersi per non ridergli in faccia. Segue una visita d'un impotente in una clinica brasiliana ("Dottor Palmito"), una strampalata rapina al supermercato seguita in diretta da un corrispondente imbecille, una logorroica operazione chirurgica in diretta fra due medici macellai, un dialogo blasfemo fra un uomo alto e biondo (!) e un ristoratore inviperito perchè non condivide la distribuzione gratuita di pani e pesci in quanto concorrenza sleale. Il film non ha nè capo, nè coda. A parte il filo conduttore pretestuoso dello scrittore in crisi (che penserà bene di suicidarsi seguendo una procedura anomala), il film è così sciatto e improvvisato da superare qualsiasi immaginazione. E' la sublimazione dell'anticinema, ridotto ad un veicolo avvilente di robaccia da caserma, con un suo beninteso fascino, però, specchio che riflette in pieno quegli anni di crisi (ma perchè oggi va tutto bene?). Ciro Ippolito in alcune sequenze ci inserisce accortezze tecniche sproporzionate allo spessore della trama che non c'è. E il film va fiero della sua immortalità per aver rappresentato l'unico veicolo di visibilità di questi quattro folli discografici che sono tuttora al centro del libero scambio fra collezionisti, appassionati e devoti. Alfredo Cerruti nel frattempo ha recuperato recentemente proprio la goliardia di questi spot tanto vituperati in "Uccelli d'Italia", per conto di una famosa società di telefonia mobile. In fondo lo scenario non è cambiato, al contrario della capacità di giocare con l'assurdo, attraverso formidabili energie rinnovabili, che ci spingono a rimpiangere il genio squinternato ma creativo di questa allegra e folle banda entrata nel mito dalla porta principale.

Supercinema, Trani - Agosto 1985

Rivisto su RAISAT Cinema, 3 Novembre 2008

Voto:     2,5 / 5
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