Bond 10. La battuta più irresistibile è quella dell'epilogo in cui 007, dopo aver salvato per l'ennesima volta il mondo dalla catasfrofe, si concede un meritato relax fra le braccia accoglienti della affascinante spia sovietica Anya Armasova (Barbara Bach). Davanti allo stupore dei massimi esponenti dell'intelligence l'ironico Bond affermerà candidamente di voler tenere alto l'onore della bandiera inglese. "La spia che mi amava" è sicuramente il miglior film della serie realizzato durante i dodici anni di onorato servizio segreto prestato da Roger Moore (1973-1985). Rivisto oggi mantiene il suo indiscusso fascino, proprio perchè molto fedele ai canoni classici imposti dalla Eon: lussuose location di circostanza, gadget divertenti, riprese subacquee, inseguimenti a bordo di vetture che diventano anfibie (una Lotus Esprit bianchissima, dotata di diabolici congegni per abbattere i nemici), pin-up da urlo, colonna sonora perfettamente in sintonia con le tendenze musicali dei mitici anni '70, cattivi da fumetto. Tratto da uno dei primi romanzi originali da Ian Fleming, ovviamente poco fedelmente rispettato dalle necessità degli sceneggiatori di dislocare le avventure dell'agente segreto sugli scenari più spettacolari del globo, si avvale di un affascinante incipit marino. Due sommergibili nucleari, uno britannico e uno sovietico, spariscono letteralmente durante la navigazione, inghiottiti dalla prua di una petroliera. Il responsabile di tale misfatto è un folle armatore miliardario di nome Stromberg (il grande e compianto Curd Jurgens) che ha in mente un folle progetto criminale: distruggere la terra per dar vita ad una nuova "Atlantide", praticamente un mondo sommerso. Vengono richiamati all'ordine gli agenti 007 e tripla X, stabilendo così una collaborazione professionale fra le due intelligence dei rispettivi paesi. Bond tuttavia senza saperlo in una precedente missione in Austria ha eliminato la spia che amava la sua affascinante collaboratrice, da qui il senso sibillino del titolo del romanzo. Sballottati fra l'Egitto e l'esclusiva Costa Smeralda i due agenti con licenza d'uccidere riusciranno a stanare, dopo un'estenuante e frenetica corsa al cardiopalma, il pazzo criminale distruggendo i suoi propositi distruttivi. L'amore allevierà il rancore: in fondo anche Bond è perfettamente in grado d'amare a suo modo.
Giocattolone ottenuto con investimenti abbastanza impegnativi per l'epoca (che si vedono tutti), "La spia che mi amava" è un Bond movie spassoso e garbato, a volte forse troppo ingessato e meccanico in una struttura che non lascia scampo a imprevedibili impennate anticonformiste. Perfettamente in linea con lo spirito del personaggio Roger Moore mette a frutto una buona dose di autoironia che caratterizzerà il suo Bond anche nelle avventure successive. Fra le Bond girl è lotta aperta fra la sensuale Barbara Bach e l'ammaliante Caroline Munro, candidata ideale nella lista dei dolci nemici dell'agente segreto. Fra le brutte facce si segnala il gigante Richard Kiel dalla dentatura d'acciaio. Una sorta di Frankstein moderno in grado di esprimersi solo attraverso pesanti e bestiali lavori manuali. Si salverà incredibilmente da morte certa, sguazzando nel mare di Sardegna come se nulla fosse. E tornerà, per redimersi nella parte di gigante buono, anche nel successivo e meno riuscito "Moonraker - operazione spazio".
VHS - 1989 |