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21.04.2012

13° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE - I PREMI E LE MOTIVAZIONI

Si è conclusa a Lecce la tredicesima edizione, quest'anno particolarmente ricca e significativa, del festival del cinema europeo. Fra gli ospiti internazionali: Terry Gilliam (che ha presentato il corto "Wholly family") e Emir Kusturica (testimone di un bellissimo libro fotografico sul suo cinema, celebrato con una retrospettiva) hanno registrato una calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Quest'anno il programma del festival prevedeva anche tributi a Ken Russell e Sergio Castellitto, al quale è stato dedicato il libro curato da Enrico Magrelli "Sergio Castellitto, senza arte ne parte" (ediz.Rubettino).

31.07.2011 - 18.08.2011

Sinfonie di Cinema 2011 – LA COMMEDIA NEL CINEMA ITALIANO

Anche quest’anno torna a Montefiore dell’Aso (AP) la magica atmosfera del festival “Sinfonie di cinema”.

AMORE CHE VIENI AMORE CHE VAI

Regia: Daniele Costantini

Interpreti: Fausto Paravidino, Filippo Nigro, Massimo Popolizio, Agostina Belli, Tosca D'Aquino

Durata: 98'

Nazionalità: Italia 2008

Genere: drammatico

Stagione: 2008-2009

Genova, 1963. Otto anni dopo la legge Merlin e l'addio alle case chiuse. Nei vicoletti della città, nella zona portuale della città vecchia, è tutto un pullulare di papponi, puttane, ladri e disperati. Nei locali notturni si strimpella la musica jazz, si va a braccetto con la propria donna, si ordinano "americano" e il "Pernod", inevitabilmente ogni tanto ci scappa la rissa: ogni figura losca ha un destino segnato. E proprio su questo scenario tetro e gelido che si svolge l'incontro fatale di tre balordi: Carletto (F.Paravidino) è un giovane e superficiale sguattero di un bar che un bel giorno si improvvisa "macrò" per difendere Luciana (T.D'Aquino), una povera prostituta, dal pestaggio del suo precedente sfruttatore. Salvatore (F.Nigro) viene dalla Sardegna, si è fatto cinque anni di carcere per pagare una colpa non sua, ed è arrivato in continente per fare il gruzzolo che gli servirà per l'acquisto di un terreno da coltivare. Bernard (M.Popolizio), contrabbandiere senza scrupoli, con un passato nella resistenza, vive di colpi grossi che gli consentono di campare a lungo, senza tanti problemi. I tre si ritrovano coinvolti in un colpo facile che consiste nel rubare un furgone pieno di pellicce di valore. Gli eventi prenderanno una brutta piega: per i rispettivi responsabili la sorte non ha riservato alcuna redenzione.

Liberamente tratto da "Un destino ridicolo", romanzo scritto nei primi anni '90 dal cantautore genovese Fabrizio De Andrè con Alessandro Gennari, il film diretto da Costantini si riduce ad un confuso tributo, forse più prolisso del solito, in memoria dei bellissimi testi delle sue prime composizioni. Ma "Amore che vieni amore vai"; struggente canzone d'amore scritta dallo stesso De Andrè nel 1968, a conti fatti parte da un giradischi con cinque anni di anticipo (errore elementare, in fondo anche perdonabile). In questa Genova notturna e surreale fotografata magistralmente da Alessio Gelsini Torresi (che torna a suggerire dopo molti anni gli stessi effetti cromatici di "Snack Bar Budapest" di Tinto Brass) si corre il rischio di un inutile sovraccarico di spunti alla rinfusa che rasentano l'inverosimiglianza. Costantini praticamente non ha rinunciato a nulla, stravolgendo il senso del romanzo originario: prezzo inevitabile che si paga quando ci si accosta al mondo delicatissimo del grande "Faber". Tutti sono o diventano disperati in virtù della necessità del copione di raccontare fallimenti esistenziali che non lasciano alcun segno di speranza. Fra le note di regia si legge che le intenzioni del cantante diventato scrittore erano quelle di raccontare "una favola, come quelle che ci vengono dette dai nonni". Ma Costantini non ha recepito in pieno la leggerezza dell'autore. E il film in virtù di questo si priva di una lineartà passando da momenti dolci ad altri amarissimi, da circostanze di surreale e involontaria comicità al dramma sociale legato ad un'epoca lontanissima. Il sorprendente lavoro tecnico che ha consentito a Costantini di circondarsi di straordinari professionisti per ricostruire una suggestiva atmosfera "retrò" prevede costumi e scenografie perfettamente in sintonia con il periodo raccontato. La Genova portuale e notturna di quegli anni viene messa in scena con cura invidiabile anche se alcuni scorci sembrano un pò troppo teatrali e artefatti. Ma il contenuto non ha spessore, è privo di storia, presenta limiti notevoli, non è agevolato da un cast impropriamente a disagio dove, a distanza di anni, ritroviamo con piacere, vero e proprio bagliore nel buio, la grazia e il mestiere di Agostina Belli.

Cinema Splendor, Bari - 14 Novembre 2008

 

Voto:     2 / 5
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