Max Payne, agente della DEA a New York City, non è quello che si può definire l'esempio massimo della felicità. La cattiva sorte si è accanita contro di lui rendendolo testimone involontario dello sterminio della sua famiglia ad opera di ignoti rapinatori. Questa terribile tragedia lo ha trasformato in un cacciatore alla costante ricerca di indizi che possano far chiarezza sul crimine che ha subìto. La metropoli tuttavia è sconvolta da strane e misteriose morti legate all'utilizzo di una nuova droga liquida su cui l'agente Payne è costretto ad indagare. La verità porterà alla luce un lugubre e intricato complotto fra i vertici dirigenziali di una casa farmaceutica e un progetto militare top secret. Con l'aiuto di parecchi compagni di avventura sacrificati in nome di un oscuro martirio, Payne scoprirà che l'uccisione della sua famiglia non è dovuta ad una rapina finita in un bagno di sangue. E, incattivito dalle sconcertanti scoperte, sarà costretto a portare a termine la sua missione come una macchina da guerra programmata contro il suo obiettivo finale.

Un tempo erano i protagonisti dei film a finire sugli scaffali del reparto videogiochi consentendo agli appassionati di interagire con l'immaginario cinematografico impersonando il ruolo del proprio beniamino. Oggi paradossalmente accade l'esatto contrario: "Max Payne", protagonista di un fortunato e violentissimo gioco per console diventa l'assoluto protagonista di un film di fantasia. Non è la prima volta che ci si ritrova a fare i conti con questa sorta di virtualizzazione. Anzi, ad esser sinceri va ribadito che almeno sotto questo profilo il film risulta ben fatto riuscendo a valorizzare in pieno le atmosfere "noir" che lo eludono dalla violenza fine a se stessa tipica dei giochi shoot'em up. Contrariamente alle premesse questa torbida storia metropolitana di violenza e corruzione riesce a tenere alto il livello di guardia almeno per una buona metà della prima parte. Poi tutto diventa irrimediabilmente noioso e ripetitivo; il protagonista mette mano al suo arsenale personale e il fascino del cinema se ne va in gloria. Lo schermo diventa l'assurdo scenario di un volgarissimo sparatutto, con la differenza che lo spettatore si ritrova privo di joypad, praticamente testimone inconsapevole di un vero e proprio "demo".

Un'occasione sprecata, senza dubbio, che non mancherà comunque di assecondare i gusti adolescenziali che, in definitiva, al cinema chiedono soltanto questo e nulla più. Generosa e convincente la prova del bravo Mark Wahlberg: perfettamente a suo agio in un ruolo che è destinato a diventare nello stesso tempo fonte di successo ma anche pesante limite imposto alle sue promettenti capacità d'attore.

UCI Cinemas, Molfetta - 1 Dicembre 2008