Cartoline dall'inferno recapitate ad una povera ma ambiziosa ragazza, colpevole di aver fatto scrupolosamente il suo dovere. La giovane Christine Brown (Alison Lohman) fa un mestiere difficile: lavora in una banca ed è addetta all'ufficio prestiti. E' in concorrenza costante con un collega che come lei aspira ad una meritata promozione; entrambi sgomitano scorrettamente per il posto di vice direttore. Ed è proprio per confermare la sua irriducibile serietà professionale che l'ingenua Christine applica alla regola il morso delle fauci bancarie, negando la proroga di una rata di mutuo ad una vecchietta supplicante, che altro non è se non una temibile megera che sputa sentenze. Per ritorsione, sentendosi umiliata, la strega vendicativa gli lancia infatti una "Lamia", maledizione gitana che non lascia tregua. La vita della povera Christine peggiora irrimediabilmente: tre giorni soltanto, secondo il parere di un veggente convocato per l'occasione, la separano da una inevitabile discesa all'inferno. Nel frattempo lo spirito maligno richiamato dalla vecchia debitrice la assilla quotidianamente rendendogli la vita impossibile con apparizioni, rantoli ed incubi. Le soluzioni per sottrarsi al nefasto sortilegio non troveranno facile applicazione, ma l'aiuto di una "medium" si rivelerà preziosissimo per abbozzare una serie di goffi tentativi. Finale a sorpresa, geniale ed insolito per un inquietante horror hollywoodiano, che non mancherà di stupire.
Sam Raimi, in licenza premio dalle sortite fumettistiche per conto della Marvel, torna al suo antico amore: l'horror gotico al cardiopalma. Il suo mestiere e un'indubbia maestria nel giocare con il cuore dello spettatore come se fosse una palla da baseball, gli consentono anche stavolta di accumulare punti. "Drag me to hell" è un film dell'orrore a denominazione d'origine controllata, ricco di effettacci e colpi di scena, capace di suscitare antiche emozioni recuperando il cinema nella sua quintessenza pratica, con espedienti collaudati, meglio se apprezzati con il fragore del dolby. E' vivamente consigliata la visione in uan sala gremita, magari in buona compagnia: visto da soli, si corrono brutti rischi per le coronarie. E' una folle giostra impazzita che calca la mano nelle paure ancestrali, nell'eterno dubbio fra sacro e profano, ma soprattutto nel terreno melmoso dei malefici. Non manca una buona dose di ironia, utile a stemperare la tensione. Alcune lungaggini e certi effetti davvero stomachevoli (Raimi ha spremuto le sue risorse fino all'ultima goccia) appesantiscono l'insieme, conferendo allo spavento la complicazione del disgusto. Ma in fin dei conti, inutile negarlo, ci si diverte come matti.
Uci Cinemas, Molfetta - 15 Settembre 2009 |