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21.04.2012

13° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE - I PREMI E LE MOTIVAZIONI

Si è conclusa a Lecce la tredicesima edizione, quest'anno particolarmente ricca e significativa, del festival del cinema europeo. Fra gli ospiti internazionali: Terry Gilliam (che ha presentato il corto "Wholly family") e Emir Kusturica (testimone di un bellissimo libro fotografico sul suo cinema, celebrato con una retrospettiva) hanno registrato una calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Quest'anno il programma del festival prevedeva anche tributi a Ken Russell e Sergio Castellitto, al quale è stato dedicato il libro curato da Enrico Magrelli "Sergio Castellitto, senza arte ne parte" (ediz.Rubettino).

31.07.2011 - 18.08.2011

Sinfonie di Cinema 2011 – LA COMMEDIA NEL CINEMA ITALIANO

Anche quest’anno torna a Montefiore dell’Aso (AP) la magica atmosfera del festival “Sinfonie di cinema”.

INDIANA JONES E IL REGNO DEL TESCHIO DI CRISTALLO

Regia: Steven Spielberg

Interpreti: Harrison Ford, Cate Blanchett, Shia LaBeouf, John Hurt, Karen Allen, Jim Broadbent

Durata: 125'

Nazionalità: USA 2008

Genere: avventura

Stagione: 2007-2008

Cappellaccio e frusta custoditi gelosamente a chiave nell'armadio impolverato della soffitta, per quasi vent'anni. Tutto questo mentre il mondo cinematografico, che gli appartiene di diritto, si divertiva inesorabilmente a succhiare ai suoi colleghi quanto più nettare possibile con improbabili sequels per porre rimedio in qualche modo alla crisi di idee. Ma scusate tanto: per quale ragione al dottor Jones sarebbe dovuto toccare il pensionamento anticipato se a più di sessant'anni suonati John Rambo ha avuto l'ardire di imbracciare nuovamente il fucile?
Evidentemente da attore lungimirante e accorto qual'è Harrison Ford non avrebbe gradito l'ennesimo coinvolgimento di uno dei miti più resistenti al “logorìo” della vita moderna alle tentazioni del marketing. Perchè cari lettori dovete sapere che il rapporto fra il cinema e Indiana Jones è un legame felice fatto di rime baciate, di oscure ma funzionali alchimie e di tre film spettacolari girati in meno di un decennio (1981-1989) consegnati alla memoria popolare con incassi mondiali da capogiro.
Inoltre il grande personaggio dell'archeologo doubleface (in rigido tweed e cravattino nelle aule universitarie ma capace di trasformarsi come un supereroe in azione) ha avuto il non facile merito di sdoganare il film d'avventura agli occhi della critica. Non parve vero infatti di poter assistere ad una meraviglia dell'immaginario collettivo come “I predatori dell'arca perduta” nel contesto impeccabile e serioso della mostra del cinema di Venezia del 1981. Indiana Jones sarebbe entrato da allora dalla porta principale del grande cinema pronto a salire ogni volta sul carrozzone straordinario della coppia Spielberg-Lucas: illustri maghi della fantasia, fautori del divertimento garantito ad alto budget.
In questa quarta puntata, che faremmo comunque torto a definire all'altezza delle precedenti, l'archeologo torna con “umani” incidenti di percorso: qualche capello bianco e un po' di rigidità nei movimenti. Il dottor Jones è giustamente invecchiato ma sempre pronto alla battaglia. Siamo nel 1957 in piena guerra fredda e stavolta al posto dei nazisti ci sono i comunisti dell'Unione Sovietica che intendono impadronirsi di un misterioso idolo che garantisce un potere assoluto a chi lo possiede. La politica che entra di prepotenza nell'archeologia: il dottor Jones ovviamente non può tollerarlo. Parte così una frenetica caccia al tesoro per mettere le mani sul “Teschio di cristallo di Akator”, un reperto che è la chiave d'accesso ad oscuro mondo di supremazia. E stavolta gli sceneggiatori diluiscono sapientemente il miscuglio: si va dalle antichissime civiltà maya (il capolinea è in Perù) per poi ipotizzare l'intervento di extraterrestri venuti sulla terra migliaia di anni fa per pianificare un progetto di civilizzazione (e gli omaggi a “Incontri ravvicinati del terzo tipo” sono fin troppo espliciti). Non mancano gli innesti sentimentali che fanno tanto soap-opera: Indy riscopre una paternità che aveva rimosso e ritrova la bella Marion (Karen Allen), sempre pronta a tormentarlo. Tutti felici, insomma, dopo estenuanti inseguimenti nella boscaglia, esplosioni atomiche che riportano alla memoria ferite non ancora rimarginate e un sovradosaggio di “action” per il quale si potrebbero realizzare senz'ombra di dubbio tre film di normale amministrazione.
Per il grande ritorno della sua creatura Spielberg non si è posto limiti: “Indiana Jones 4” è un giocattolone innocuo e divertente con il quale si spendono volentieri due ore abbondanti di sguardi meravigliati e bocche spalancate in seguito allo stato ipnotico davanti a tanta genialità. La storia a dire il vero lascia un po' a desiderare con tutti i suoi improbabili agganci e soluzioni affrettate per esigenze di copione. Harrison Ford si diverte a tormentare la sua creatura ritagliandosi memorabili entrate in scena; Cate Blanchett, cattivona dall'accento ucraino, sembra uscita da un film di 007. Ma appare fin troppo evidente che Indy e James Bond sono compagni di stanza.

UCI Cinemas, Molfetta - Maggio 2008 (Barisera)

Voto:     2,5 / 5
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