Al signor Pupi Avati, umile e prolifico artigiano dell'immagine (ha diretto 43 film), va onestamente riconosciuto un merito che nessun altro regista italiano al momento può vantare. Che è quello di riuscire ad assicurare sempre e comunque un tocco d'autore soprattutto quando affronta con agilità l'insidioso passaggio da un genere ad un altro. Nel giro di tre anni (che per i fratelli Avati significano tre film) ci ha regalato nell'ordine un dramma intimista, una commedia all'italiana imbevuta di sana malinconia e questo horror di ambientazione, come si suol dire quando la paura non è generata da effettacci sanguinolenti o diavolerie al computer. “Il nascondiglio” segna infatti il suo ritorno a furor di popolo a quelle atmosfere cupe e malsane che hanno reso celebre una parte minore ma molto efficace della sua filmografia (“La casa dalle finestre che ridono”, “L'arcano incantatore”, “Zeder”) che va sotto la definizione di “thriller gotico”. E quindi non si può parlare di difficoltà da parte di Avati nel tornare su luoghi che conosce come le sue tasche. I racconti inquietanti dei nonni, le leggende contadine, fatti e misfatti in case maledette: un campionario di suggestione dove lo scettro dell'incubo è maneggiato dall'uomo nero e la paura si annida nell'inconscio piuttosto che nel visibile. Per ragioni di mercato il film è ambientato negli Stati Uniti con un cast internazionale; la scelta, forse condizionata da esigenze produttive, non è inedita: Avati in America aveva già realizzato il bellissimo “Bix” e “L'amico d'infanzia”. Grazie alla bellissima fotografia di Rachini e Bastelli e per merito di un buon montaggio (il fedele Amedeo Salfa), il film è un prodotto che nel suo genere riuscirà a conquistare oltreoceano gli avatiani in fasce che, sicuramente, si recheranno in videoteca per recuperare i suoi vecchi lavori.
In una casa isolata di una cittadina dell'Iowa gestita dalle suore, durante una bufera di neve nel dicembre del '57, accadono fatti inquietanti e poco chiari. Cinquant'anni dopo il caso vuole che proprio questa sinistra e spaventosa dimora venga presa in affitto da una donna (Laura Morante) appena uscita da una clinica psichiatrica per un esaurimento nervoso. La protagonista vorrebbe dimenticare una tragedia familiare e iniziare una nuova esistenza; pertanto spera di poter trasformare questo luogo spazioso in un ristorante italiano. Rumori notturni, bisbigli e rantoli turbano le notti della poveretta che in un primo momento crede di essere ripiombata nelle vecchie crisi. Tuttavia la curiosità la spinge a cercare una spiegazione logica e a documentarsi sul triste e misterioso passato della casa. Verrà a contatto con oscuri individui che tramano nel buio fino ad approdare ad una raccapricciante verità occultata dalla polvere del passato.
Diretto con mestiere e ben intepretato da un'inedita Laura Morante al cospetto di un inquietante scenario barocco “Il nascondiglio” è un film, si diceva, di suggestione. Il regista sa bene che trucchi e giochi della macchina da presa sono superflui quando si ha una buona storia da raccontare e lo spettatore deve pertanto cedere al fascino della narrazione. Si rivedono vecchi-volti-scomparsi-ormai come Burt Young, Treat Williams e Rita Thusingham che affiancano la protagonista nella caccia alle streghe.
Tuttavia il ritmo del film talvolta viene rallentato dal sovraccarico di situazioni e personaggi che, inevitabilmente, attenuano la tensione dandogli un tocco da telefilm contro cui Avati lotta da anni. E' un dettaglio minimo che riesce però ad alleggerire la malsanità e la morbosità del fatto di cronaca, edulcorando l'effetto finale. In definitiva Avati non usa la mano pesante: più che di incubi spaventosi si tratta di sogni bruttini. Ma il film senza volerlo ci spinge a riflettere sui delitti inspiegabili e sui segreti che si celano all'interno di autentiche mura domestiche insanguinate. Messa da parte temporaneamente la finzione, l'oscuro presente fa paura sul serio e trovare conforto nello stringere una mano davanti all'orrore appare ineluttabile.
Cinema Impero, Trani - 16 Novembre 2007 (Barisera) |