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21.04.2012

13° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE - I PREMI E LE MOTIVAZIONI

Si è conclusa a Lecce la tredicesima edizione, quest'anno particolarmente ricca e significativa, del festival del cinema europeo. Fra gli ospiti internazionali: Terry Gilliam (che ha presentato il corto "Wholly family") e Emir Kusturica (testimone di un bellissimo libro fotografico sul suo cinema, celebrato con una retrospettiva) hanno registrato una calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Quest'anno il programma del festival prevedeva anche tributi a Ken Russell e Sergio Castellitto, al quale è stato dedicato il libro curato da Enrico Magrelli "Sergio Castellitto, senza arte ne parte" (ediz.Rubettino).

31.07.2011 - 18.08.2011

Sinfonie di Cinema 2011 – LA COMMEDIA NEL CINEMA ITALIANO

Anche quest’anno torna a Montefiore dell’Aso (AP) la magica atmosfera del festival “Sinfonie di cinema”.

2012

Regia: Roland Emmerich

Interpreti: John Cusack, Woody Harrelson, Amanda Peet, Thandie Newton, Danny Glover, Oliver Platt

Durata: 160'

Nazionalità: USA 2009

Genere: catastrofico

Stagione: 2009-2010

Un devastante tsunami di proporzioni bibliche presto ci seppelirà tutti e forse non riusciremo a goderci nemmeno il film di Natale. L'appuntamento con la sciagura è fissato, secondo un'antica profezia Maya, il 21 dicembre 2012. L'umanità è avvisata. Roland Emmerich ha un'innata predisposizione al dramma catastrofico, genere mai fuori moda, in cui riesce quasi sempre ad assecondare le fobie interplanetarie con la logica del business. Immaginando imminenti glaciazioni (“Day after tomorrow) e invasioni di alieni nemici (“Independence day”) ha saputo quasi sempre sfruttare un'antica regola che movimenta il registratore di cassa, puntando al tilt: più lo spettatore ha paura e più riesce a divertirsi. I tempi sono cambiati e i prodigi dell'industria che sforna effetti speciali hanno allargato gli orizzonti della fantasia, senza porre limiti ai lussi esponenziali che il grande schermo è in grado di assicurare. “2012” cavalca l'onda di una paura moderna che di regola ha accompagnato l'uomo fin dalla sua comparsa sul pianeta: la fine della giostra con il mondo che si ferma al capolinea e i gentili ospiti costretti a scendere. Riesce difficile, tuttavia, immaginare che i bibliofili delle generazioni precedenti avessero qualche minima cognizione sui possibili cambiamenti climatici e sulla remota possibilità dei danni irreversibili causati dalla esposizione della crosta terrestre ai raggi solari. Eppure l'origine dei guai è proprio questa. Uno scienziato indiano ai giorni nostri si accorge che qualcosa che non va e che a tremila metri sotto il suolo il pianeta ribolle come una minestra a causa delle fortissime tempeste solari. La terra si prepara ad una futura ed inevitabile esplosione. Il suo grido d'allarme viene accolto dalle massime autorità competenti che in gran segreto cominciano a preparare un piano di evacuazione per mettere in salvo una ristretta cerchia di privilegiati. In una zona isolata del pianeta in alcuni hangar sotterranei vengono costruite delle imbarcazioni a prova di disastro, destinati ad una clientela selezionatissima. Il film restringe il campo, per necessità di racconto, ai soliti protagonisti di estrazione sociale diversa alle prese con la catastrofe in arrivo. C'è Jackson (Joan Cusack), scrittore sfortunato, che ha sacrificato gli affetti in nome di un riconoscimento professionale che non è mai arrivato, il quale torna ai posti di comando per assicurare uno spiraglio di salvezza all'ex moglie e ai suoi due figli. C'è un folle boscaiolo del parco di Yellowstone (Woody Harrelson) che presagisce la fine del mondo e l'aspetta a braccia aperte come una predestinazione; il presidente degli Stati Uniti (Danny Glover) che prende atto della sua impotenza e compie un gesto nobile sacrificando il suo posto in nome della scienza; un borioso ed egoista portavoce della Casa Bianca (Oliver Platt) che in nome di una concezione oligarchica punta alla salvezza dei facoltosi e al sacrificio della povera gente; un esperto della sezione scientifica che si prodiga per il suo popolo, contravvenendo al protocollo. E con l'immancabile miliardario russo che vuole assicurarsi il biglietto per la crociera sull'arca mentre il mondo è in tumulto. E il pianeta in fiamme reagisce con tutta la furia della natura matrigna: devastazioni, autostrade che si sbriciolano, inondanzioni, grattacieli che vengono più come castelli di sabbia. Fino all'avvincente epilogo verso una nuova alba. Morto un pianeta, se ne fa un altro.

La scena più inquietante di "2012" ai addice benissimo al talento visivo del suo inventore: le autorità ecclesiastiche davanti all'imminente tragedia si raccolgono in preghiera nella Cappella Sistina. Il "Giudizio universale" di Michelangelo si sbriciola e la cupola di San Pietro rotola come una trottola sulla piazza gremita di fedeli. E' una sequenza che spaventa più per il pesante messaggio che lancia e non per l'inevitabile stupore che genera. "In una situazione del genere l'ultima cosa da fare è mettersi a pregare in chiesa perchè rischi che ti cada addosso", ha dichiarato Emmerich. L'input è semplice e perfettamente in linea con il materialismo che lo ispira. Meglio evitare inutili perdite di tempo e pensare a salvare il corpo prima dell'anima. Prendendo le distanze dal catastrofismo fine a se stesso, "2012" supporta le paure amplificandole con un laicismo molto vicino a chi svende gli spaventi a buon mercato per battere cassa. Il blockbuster di Emmerich costato più di 200 milioni di dollari mantiene comunque quello che promette e con tale dispendio di risorse non poteva essere altrimenti. Ma soccombe notevolmente al peso di quella sdolcinata demagogia con la quale gli americani amano mettersi a posto la coscienza. Il delirio universale si risolve con la fine del mondo nella solita casa, della solita famiglia con i soliti figli che sull'orlo del baratro gridano "ti voglio bene" naufragando nel mare dei luoghi comuni su navi da crociera (dove il Noè di turno è un ottuso gerarca che farebbe meglio a non riprodursi). Il messaggio di pace universale è semplicistico e nell'oscurità si annidano preziosi messaggi provenienti dal risorgimento politico di un paese che non è in pace con i propri scrupoli. La durata eccessiva complica forse troppo il bilancio generale; ma il potenziale spettacolare del film è innegabile e senza precedenti. Gli habituè del luna park lo sanno benissimo e non chiedono altro. E forse nemmeno badano all'ennesima iattura emmerichana che ha innescato un countdown da brividi sul quale, francamente, sarebbe meglio non soffermarsi. 

Cinema Impero, Trani - 13 Novembre 2009 (Barisera)

Voto:     2,5 / 5
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