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21.04.2012

13° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE - I PREMI E LE MOTIVAZIONI

Si è conclusa a Lecce la tredicesima edizione, quest'anno particolarmente ricca e significativa, del festival del cinema europeo. Fra gli ospiti internazionali: Terry Gilliam (che ha presentato il corto "Wholly family") e Emir Kusturica (testimone di un bellissimo libro fotografico sul suo cinema, celebrato con una retrospettiva) hanno registrato una calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Quest'anno il programma del festival prevedeva anche tributi a Ken Russell e Sergio Castellitto, al quale è stato dedicato il libro curato da Enrico Magrelli "Sergio Castellitto, senza arte ne parte" (ediz.Rubettino).

31.07.2011 - 18.08.2011

Sinfonie di Cinema 2011 – LA COMMEDIA NEL CINEMA ITALIANO

Anche quest’anno torna a Montefiore dell’Aso (AP) la magica atmosfera del festival “Sinfonie di cinema”.

MIO AMICO ERIC (IL)

Regia: Ken Loach

Interpreti: Steve Evets, Eric Cantona, Stephanie Bishop

Durata: 108'

Nazionalità: Inghilterra 2009

Genere: commedia

Stagione: 2009-2010

La classe operaia va in tribuna: il paradiso stavolta è racchiuso in quel magico rettangolo verde dove gli angioletti scalpitano prendendo a calci un pallone. I poveracci dimenticano per un giorno delusioni e frustrazioni aggrappandosi alla maglia del proprio idolo. E l'uomo dei sogni si chiama Eric Cantona, indossa una maglia rossa col numero sette e guadagna una barca di soldi perchè gioca nella squadra più magica d'Europa: il Manchester United. Eric (Steve Evets) è un insignificante e timido impiegato delle poste che invece ha preso a calci a la sua vita. Padre naturale di una bambina che ha dimenticato di allevare accanto alla sua legittima consorte, abbandonandola al suo destino in un momento delicato, si è rifatto un'esistenza accanto ad una nuova compagna che lo ha praticamente imitato, mollandogli due figliastri, facendo fagotto. La convivenza con i due discendenti acquisiti non va proprio a gonfie vele: Eric non gode di considerazione e rispetto, non quanto il losco e pericoloso gangster di quartiere che sfrutta la manovalanza dei pivellini incensurati per favorire i suoi sporchi traffici. Deluso da un lavoro avvilente e dal peso di rimpianti e frustrazioni invoca il suo idolo davanti alla gigantografia in cameretta e, come nelle belle favole, il mito gli compare in carne ed ossa interagendo con il suo tifoso devoto. Eric Cantona, a dispetto delle apparenze, non è un giocatore arcimiliardario senza cuore e cervello. Tutt'altro. Comincia a dispensare perle di saggezza regolando a poco a poco la vita disordinata del timido impiegato delle poste. L'occasione propizia favorisce un recupero fattivo di equilibri sgretolati da problematiche oscure. Eric riconquisterà a poco a poco la sua dignità di padre e di nonno, salvando la sua famiglia da nubi minacciose. E il fantasma buono di Cantona frutto dell'immaginazione o di una magia che si realizza avrà espiato, attraverso un dovere civico, la malefatta conseguente ad una squalifica...

Ken Loach torna ai ritmi briosi e spensierati della commedia leggera. "Il mio amico Eric" è impostato secondo una classica intelaiatura loachiana, dispensa sorrisi e allegria attraverso un cinismo trasversale, sguazzando liberamente sulla nuvoletta dell'immaginario. Molto vicina ad alcune commedie paradossali di Woody Allen (pensiamo soprattutto ad "Harry a pezzi"), mostra il vero volto della frustrazione operaia attraverso giri di birre nei pub dove fumo e freccette hanno ceduto il passo alle fanfare della Champions sulle pay tv. Divorato da debiti e preoccupazioni, ma votato verso un riscatto individuale, il ceto basso sogna ad occhi aperti trovando conforto nella fede che necessita di sciarpa d'ordinanza al collo con i colori sociali in bella evidenza. Clamorosa la disinvoltura con il quale Eric Cantona, calciatore professionista e attore per caso, prende amabilmente in giro se stesso, a beneficio di un'umiltà che traspare in un sincero faccia a faccia con un suo seguace. Straordinaria la nuova scoperta del regista britannico: un Steve Evets che conferisce slanci di umana debolezza al suo antieroe sfortunato e impacciato. Le immagini di repertorio ripercorrono le tappe trionfali di un asso del calcio inglese, patrimonio dell'umanità se è vero che il calcio è soprattuto poesia. Uomo d'onore capace di assumersi le sue responsabiltà, riconoscendo i propri limiti e i propri errori attraverso docce fredde di ironia. E il momento di gloria non è più legato all'egoistica fierezza del cannoniere, ma è condiviso con il proprio compagno nel passaggio decisivo. La sublimazione dell'assist, perchè la vita in fondo è un gioco di squadra.

Cinema Giulio Cesare, Roma - 9 Dicembre 2009

Voto:     3 / 5
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