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21.04.2012

13° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE - I PREMI E LE MOTIVAZIONI

Si è conclusa a Lecce la tredicesima edizione, quest'anno particolarmente ricca e significativa, del festival del cinema europeo. Fra gli ospiti internazionali: Terry Gilliam (che ha presentato il corto "Wholly family") e Emir Kusturica (testimone di un bellissimo libro fotografico sul suo cinema, celebrato con una retrospettiva) hanno registrato una calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Quest'anno il programma del festival prevedeva anche tributi a Ken Russell e Sergio Castellitto, al quale è stato dedicato il libro curato da Enrico Magrelli "Sergio Castellitto, senza arte ne parte" (ediz.Rubettino).

31.07.2011 - 18.08.2011

Sinfonie di Cinema 2011 – LA COMMEDIA NEL CINEMA ITALIANO

Anche quest’anno torna a Montefiore dell’Aso (AP) la magica atmosfera del festival “Sinfonie di cinema”.

PARANORMAL ACTIVITY

Regia: Oren Peli

Interpreti: Katie Featherston, Micah Sloat, Mark Fredrichs

Durata: 88'

Nazionalità: USA 2007

Genere: horror

Stagione: 2009-2010

Più che il paranormale spaventa la riproposta di un nuovo ciclo di discutibili e dilettantesche speculazioni commerciali, spacciate per opere cinematografiche dai distributori in cerca di cospicui guadagni con sforzi minimi. "Paranormal activity" segue sullo stesso confortevole binario in discesa del marketing le orme dell'insolito e clamoroso successo al box office di "Blair Witch Project" (1999), uno dei primi tentativi di cinema esportato dalla rete. Sfruttando il passaparola mediatico, la frenetica attività dei forumisti e la magia delle ricerche sul web due audaci internauti con telecamerina al seguito riuscirono tempo fa a beffare il mercato proponendo un filmino a costo zero che salì al vertice degli incassi, per poi tornare nell'anonimato. A meno di dieci anni di distanza (il film risale al 2007), il giovane autore di origine israeliana Oren Peli, cerca di bissare l'impresa giocando sulla suggestione, la povertà dei mezzi e le angosce derivanti dal prodotto con svolgimento claustrofobico. Girato all'interno di una villetta di San Diego, il film ricostruisce con riprese amatoriali gli eventi inquietanti (spacciandoli per veritieri) verificatisi nell'autunno del 2006 (è il format del più recente "Il quarto tipo"). Katie è un ragazza maggiorata, perseguitata da fenomeni paranormali che si scatenano nel cuore della notte. Il suo compagno Micah, combattutto da goliardiche prodezze voyeuristiche, escogita allora un sistema per monitorare le demoniache presenze installando in camera da letto una videocamera con sistema di videosorveglianza. Il giorno dopo il "rewind" propone un'evoluzione dei fatti destinata col tempo ad incrementare la confidenza della strana entità con i suoi impauriti compagni di stanza. Rantoli, rumori sinistri, lampadari che si muovono nottetempo attestano la presenza sempre più opprimente di un ospite sgradito. Si arriva così, in verità non abbastanza in fretta, al colpo di scena destinato statisticamente a scatenare effetti controproducenti per gli spettatori. Due vie d'uscita praticabili: l'applauso o l'esigenza del rimborso.

"Paranormal activity" testimonia che le fortune di alcune intuizioni che speculano indegnamente sul mezzo cinematografico hanno vita lunga fuori dalla sala e brevissima in sede di programmazione. Il passaparola dovrebbe scatenare almeno in Italia effetti proporzionalmente contrari a quelli scaturiti nella patria d'origine dove a fronte dei 15000 dollari di spesa, il film ha rastrellato cifre esorbitanti scatenando delirio, malori in sala e ricoveri d'urgenza. Il prodotto in questione esaurisce in fretta il suo discutibile ma geniale spunto di partenza: sfruttare al massimo il budget economico per ridestare nello spettatore  paure ancestrali. L'autore Oren Peli si priva per necessità degli effetti speciali ricorrendo a mezzucci che valorizzano in pieno il taglio amatoriale e spontaneo dell'operazione. Tutto questo appare però limitato e alquanto ingiustificato per motivare l'acquisto di un biglietto che, soldi alla mano, ha lo stesso costo d'ingresso di "Avatar", ad esempio. L'effetto curiosità fa un plateale buco nell'acqua una volta scoperte le carte annullando la strombazzante pubblicità che lo annuncia come "il film che ha spaventato l'America", dimostrando ancora una volta quanto vulnerabile e fragile sia il livello d'angoscia degli statunitensi una volta smaltite le paure del terrorismo. Noioso e da evitare con cura anche se si è alla ricerca di forti emozioni. "L'esorcista director's cut" a confronto è un interminabile tunnel degli orrori che a distanza di anni difende con dignità la sua funzione.

Cinema Alfieri, Corato - 7 Febbraio 2010

Voto:     1 / 5
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