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21.04.2012

13° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE - I PREMI E LE MOTIVAZIONI

Si è conclusa a Lecce la tredicesima edizione, quest'anno particolarmente ricca e significativa, del festival del cinema europeo. Fra gli ospiti internazionali: Terry Gilliam (che ha presentato il corto "Wholly family") e Emir Kusturica (testimone di un bellissimo libro fotografico sul suo cinema, celebrato con una retrospettiva) hanno registrato una calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Quest'anno il programma del festival prevedeva anche tributi a Ken Russell e Sergio Castellitto, al quale è stato dedicato il libro curato da Enrico Magrelli "Sergio Castellitto, senza arte ne parte" (ediz.Rubettino).

31.07.2011 - 18.08.2011

Sinfonie di Cinema 2011 – LA COMMEDIA NEL CINEMA ITALIANO

Anche quest’anno torna a Montefiore dell’Aso (AP) la magica atmosfera del festival “Sinfonie di cinema”.

FIGLIO PIÙ PICCOLO (IL)

Regia: Pupi Avati

Interpreti: Christian De Sica, Laura Morante, Luca Zingaretti, Nicola Nocella, Giulio Pizzirani, Massimo Bonetti, Sidne Rome

Durata: 105'

Nazionalità: Italia 2010

Genere: drammatico

Stagione: 2009-2010

Piazzato su una sedia a sdraio sul balconcino interno di un caseggiato popolare bolognese, nell'ora d'aria di un povero recluso, l'ex imprenditore di successo Luciano Baietti (Christian De Sica), fissa il vuoto con lo sguardo assente, combattuto fra il rimpianto del potere economico perduto e la consolazione dell'equilibrio familiare appena riconquistato. Una vita di trionfi a cavallo di un destriero truffaldino per quel poco di gioia residua che riesce ad assicurare l'invincibilità del portafoglio pieno. Baietti è infatti un agguerrito furbetto dell'alta finanza che partendo da zero è riuscito a ritagliarsi un feudo non indifferente fra varie magagne, torbide scalate e pastette con i politici compiacenti che ruotano a comando. Consigliato dal suo fedelissimo commercialista astuto e diabolico (uno strepitoso Luca Zingaretti) fra raggiri e ricatti è riuscito a mettere su una potente holding finanziaria con il sistema delle scatole cinesi: tutte incredibilmente vuote, con consigli di amministrazione fittizi, che risplendono nello sfarzo di ville faraoniche e uffici che sembrano musei. Per tuffarsi nella scalata al denaro facile ha calpestato il buon senso: dopo averne spolpato la dote ha mollato la prima moglie Fiamma (Laura Morante), costretta ora a vivere in difficoltà in uno stravagante isolamento hippie, e i suoi due bambini di cui non si è più preoccupato. Ora che è finito nel mirino delle intercettazioni e nel ramo principale d'inchiesta dei procuratori decisi a far luce sul cumulo di macerie e debiti accumulati, pensa bene di giocarsi la sua ultima possibilità. Intestare cioè il suo marcio pacchetto azionario, e di conseguenza tutto il disastro amministrativo, a Baldo (Nicola Nocella), il figlio più piccolo, che non lo vede da anni e che in cuor suo lo glorifica, con stima e devozione, come il genitore che ha sempre amato a distanza. Il padre degenerato si gioca la sua ultima carta, avendo comunque modo di avvicinarsi umanamente al suo Baldo. Il secondogenito vive in una dimensione pura e semplice, da tipico sognatore fuori dal tempo. Fantastica un futuro da regista cinematografico e spera che le prospettive di ricchezza possano in un certo senso risollevare le sorti economiche della sua famiglia. Nonostante il progetto diabolico architettato dal commercialista, Luciano non riuscirà a sfuggire al tintinnio delle manette. Ma la catarsi, probabilmente, gli consentirà di scoprire finalmente il senso della vita.

Al suo quarantesimo film da regista, Pupi Avati conclude con questo film, stando alle sue dichiarazioni, la "trilogia dei padri": una nuova analisi, completa, sullle oscure complicazioni dell'amore filiale. Scaraventandoci nella assurda contemporaneità di un mondo rozzo e pericoloso, il regista bolognese ci pone al cospetto di istantanee prese dalla moderna società d'assalto. Faccendieri senza scrupoli, il mondo falso ed aggressivo dei nuovi ricchi, rappresentati indegni di un nuovo secolo popolato da mostri. Molti sassolini nelle scarpe strette: una romanità che deborda, in forma e contenuti, attraverso personaggi limati dall'autore con scrupolosa verosimiglianza. Quello che colpisce in questo film, tecnicamente girato con semplicità che può essere confusa con piattezza, è la determinazione degli attori a servizio della storia. Un Christian De Sica, irriconoscibile e bravissimo in un ruolo drammatico, che nelle mani del vecchio regista che lo lanciò con "Bordella" nel 1975 fa rimpiangere il tempo sperperato in sottoprodotti commerciali. Ma "Il figlio più piccolo" cela, all'interno della sua robusta struttura, altre piacevoli sorprese: il giovane attore pugliese Nicola Nocella che proviene dal Centro Sperimentale, ad esempio, è bravissimo nell'applicare l'Avati touch in un ruolo insidioso che esige "pieni" di sensibilità autentica. Un film italiano che, privandosi di suggestioni narrative classich, riesce a pescare l'amarezza e ad avvicinarsi con onestà e rigore all'indecenza contemporanea. Un moderno neorealismo del nuovo secolo che trova in un Avati in ripresa la conferma di un raffinatissimo inteprete.

Cinemars, Andria - 19 Febbraio 2010 (Barisera)

Voto:     3 / 5
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