"Eri bella da fare male", cantava Cocciante in un brano ormai non più tanto recente. E l'esuberante ma allo stesso tempo innocente bellezza di Molly (Alice Eve) comporta danni mentali piuttosto evidenti al povero Kirk (Jay Baruchel), addetto alla sorveglianza aeroportuale, conquistato e ricambiato dai quasi due metri di dolcezza spalmati sul corpo statuario della ragazza. Gli amici rosicano, dubitano ma in fondo fanno il tifo per il loro idolo: cosa ci fa, infatti, un povero sfigato con sorriso in dotazione, accanto ad una bellissima, irraggiungibile bionda perfetta? L'incontro è stato, comunque, casuale. Un cellulare smarrito e la galanteria del buon Kirk hanno fatto il resto. Fra i due sboccia l'amore. Ma Kirk è intimidito e frastornato da un insopprimibile senso di insicurezza e da un vistoso complesso di inferiorità. Intorno alla sua bella gironzolano infatti i suoi ex spasimanti che premono per riconquistarla. D'altro canto il povero Kirk è combattuto con la sua precedente fidanzata che si è fatta addirittura adottare dalla sua squinternata pazza famiglia. Fra incomprensioni, equivoci e rapporti mai consumati, il povero Kirk riuscirà a recuperare amore e stima. In fondo i poli opposti sono fatti per attrarsi.
Commedia romantica garbata e divertente, rinfrescata da secchiate di comicità trash, "Lei è troppo per me" trova una cornice ideale nel mercato di svalutazione che anticipa la chiusura estiva delle sale. Nonostante prenda le distanze dal filone demenziale cui siamo ormai abituati e benchè sia interpretato da attori sconosciuti (anche se il protagonista era stato apprezzato in "Million dollar baby" di Eastwood), è un film che mantiene quanto promette. Quattro risate grosse davanti a questioni giovanili contemporanee come la crisi di coppia e i complessi mentali. L'eccessiva durata non giova alla sterile trovata, tirata un pò per le lunghe. Ma non si può davvero rimproverare nulla all'onesto mestiere con il quale il regista inscatola la funzionalità del suo prodotto rivalutando alcuni aspetti umani (come la sensibilità) tenuti a volte in disparte dalla corsa affannosa alla felicità individuale. Davvero notevole, per fascino e bravura, l'apporto della sensuale Alice Eve, già apprezzata in tutt'altro contesto in "Crossing over", fata incontenibile scesa dal piedistallo grazie alla semplicità e all'inconsapevolezza d'essere la dannazione dei gaudenti.
Uci Cinemas, Molfetta - 12 Luglio 2010 |