Il lupo cattivo non spaventa, annoia. La maledizione del remake, vero e proprio incubo d'inizio stagione non poteva tener fuori dal restyling un fondamentale prodotto del listino horror: quel "Nightmare on Elm Street" di Wes Craven che nel 1984 svecchiò la formula nel tentativo di innovare un genere in vertiginosa caduta attraverso incubi autentici. Come già accaduto per i vari "Venerdì 13", "Halloween" e "Non aprite quella porta" la serialità contribuì nel corso degli anni a sbiadire la credibilità di un personaggio, nato nell'angoscia, finito tristemente come un pagliaccio da circo. A 25 anni di distanza la celebrazione del diabolico e perverso baubau coincide con un filmetto inutile, privo di ambizioni ed intuizioni per nulla in grado di adattare alle nuove frontiere degli effetti speciali la spaventosa creatura dalle mani di forbice. A lume di naso sembra un copia e incolla del film di Craven, con la sostanziale mancanza di una sceneggiatura di sostegno. Gli effettacci si susseguono alla rinfusa mentre si profila all'orizzonte un'assenza di storia. Un vero e proprio incubo per lo spettatore medio costretto a sbuffare. La lentezza del prologo ci catapulta nel mondo degli incubi popolato da Freddy Krueger che si diverte a disturbare il sonno di alcuni teenagers. Cappellaccio sgualcito, pullover di lana a righe rosso e verdi, viso deturpato da ustioni e artigli d'ordinanza. Mentre gli adulti cercono di dare una spiegazione alla incredibile mattanza compiuta da Krueger, la bella Nancy sembra predestinata ad un provvidenziale riscatto. Ma le morti violente si susseguono, stare svegli diventa un'impresa, i giovani protagonisti sembrano colpiti da dosi eccessive di valeriana. Ma lo zotico e violento mostro dalle mani d'acciaio non ha fatto i conti con l'arguzia dei vivi.
"Nightmare" accende a singhiozzi un motore lentissimo; mentre si attende con ansia il primo carico autunnale, i giovani sembrano divertirsi un mondo con una vicenda molto vicina alle paure metropolitane. I picchi di noia non si contano, nonostante una confezione più che buona ed un restauro che non si fa mancare nulla, eccedendo in un accumulo visivo che, in definitiva, manca di quel romanticismo e del fascino grezzo degli anni '80. Robert Englund, il vero e unico Freddy Krueger, ridacchia nel buio: se non gli hanno concesso neanche un cameo è perchè deve aver fiutato olezzo di approssimazione.
Cinemars, Andria - 30 Agosto 2010 |