C'è un vecchio cinema che tiene duro, che opera in pieno clima di resistenza, lotta apertamente contro il "nuovo che avanza" (con il termine che ha perso valenza motoria e che andrebbe inteso nell'altro senso), si oppone alla praticità delle nuove tecniche e di conseguenza a platee appetibili che ricadono nella trappola. Phillip Noyce del resto non ha perso lo smalto che lo ha guidato con successo attraverso le interessanti trasposizioni dei romanzi di Tom Clancy, dal quale ci ha ricavato due film ispiratissimi con Harrison Ford nei panni dell'agente Jack Ryan. "Salt" prosegue su un sentiero spianato: che è quello della spy-story di sostanza e meno di forma. Del resto per gli sceneggiatori in crisi di idee è diventato piuttosto pesante, data la continua evoluzione relativa alla politica estera, la responsabilità di scovare nemici attendibili e meno obsoleti o datati. Sembra pertanto geniale, da parte degli autori, ripercorrere in un certo senso la strategia dell' "a volte ritornano". L'idea di partenza di "Salt" si avvicina più del consentito ad un vecchio romanzo di Ira Levin ("I ragazzi venuti dal Brasile"), dove alla base del complotto internazionale imcombeva una terribile minaccia: riaccendere l'atroce fiamma del nazismo spargendo nel pianeta embrioni ricavati geneticamente dal fuhrer. In "Salt" troviamo Evelyn, brillante ed esperta agente CIA (Angelina Jolie), che al culmine della sua carriera viene accusata da un prigioniero d'essere una spia sovietica, appartenente ad un minuzioso disegno terroristico del controspionaggio. D'ora in avanti, in preda alle solite questioni spinose del fuggiasco braccato da tutti, dovrà cercare di difendersi dall'accusa o mettere in atto con coerenza la sua missione di spia nemica. Il film si sviluppa con il consueto dinamismo, fra salti temporali e di locations, mantenendo fede ad una convenzionalità che si sposa adeguatamente con un intrattenimento utile alla causa. La miscela incredibile fra le acrobazie alla "Tomb raider" e gli intrighi di potere più vicini al fantasy politico che alle influenze di James Bond creano una paradossale avventura sospesa nel tempo, che incoraggia la forte presenza di un tradizionale cinema di qualità. La guerra fredda richiamata all'ordine, dopo un accurato scongelamento, rivive attraverso moscoviti che parlano come l'Ivan Drago di "ti spiezzo in due" e perfide spie doppiogiochiste mentre Angelina forza le esigenze del noleggio mescolando la sensualità con i brividi. Storia frizzante dove nulla è dato per scontato, e questo è un segnale abbastanza incoraggiante di concretezza.

Cinema Opera, Barletta - 3 Novembre 2010 (Barisera)