Sempre più politicamente stupido che scorretto, Sacha Baron Cohen continua le sue scorribande internazionali cercando di sovvertire i luoghi comuni delle sue strane creature, ma la musica è sempre la stessa. Molto vicino a "Borat" questo suo ultimo lavoro sfotte sia l'America xenofoba che quella tollerante: entrambi eccessi di cattive abitudini legate rispettivamente all'intolleranza e all'accoglienza. Il nuovo personaggio inventato da Cohen è Aladeen, un tiranno acconciato con una barba alla Bin Laden, dittatore assoluto dello stato di Wadiya. Abituato sin da piccolo a seguire armi in pugno il sentiero della prepotenza, Aladeen spadroneggia nel suo staterello in una reggia sfarzosa con piscine che hanno la forma dei suoi occhiali da sole a specchio. Colleziona foto ricordo delle sue famose conquiste, accolte nel letto a suon di petrodollari, e si lascia seguire dallo zio Tamir (Ben Kingsley), capo della sicurezza, che lo sopporta poco e trama nell'ombra. In America, dove è invitato dalle Nazioni Unite per fare chiarezza sul possesso di armi nucleari, si scatena il putiferio. Rimpiazzato da un sosia stupido come una capra, messo al bando in una metropoli e salvato da una bella ragazza (Anna Faris) impegnata nel sociale, il perfido Aladeen dovrà evitare il rischio che nel suo stato possa essere ripristinata la democrazia. Da qui situazioni ai limiti dell'assurdo, tentativi vani di riappropriarsi della sua identità e stupidità generale.

Bruttarello, volgarotto e con un serbatoio di risate a riserva, "Il dittatore" mostra ancora una volta i grossi limiti di un doppiaggio italiano che tradisce le intenzioni del regista (la lingua originale valorizza meglio gli sforzi del protagonista). Benchè Pino Insegno cerchi con la sua voce di assecondare la cadenza islamica del protagonista, il film risulta fiacco, alla lunga noioso e finisce con l'aggrapparsi solo alle gags legate alla mimica. Il repertorio, sguaiatissimo, non è molto diverso da quello che si vede normalmente nei teen-movies anche se stavolta Cohen e company calcano un pò la mano negli sketch da trivio. A farne le spese, senza volerlo, è uno spaesato Ben Kingsley, in difficoltà nel garantire bricioli di dignità ad un insieme di situazioni senza capo nè coda che vanno sul pesante. Si divertono solo gli attori e non vi è traccia di satira. Più che mancare di rispetto agli usi e costumi messi alla berlina, si comincia a delineare una scarsa considerazione dell'intelligenza degli spettatori.

Cinema Impero, Trani - 16 Giugno 2012 (Barisera)