Opzionano il "fracking"; ovvero il diritto di estrazione sui terreni colvitabili, vendono sogni, rubano il futuro. Sono gli agenti porta a porta che per conto di una multinazionale energetica che recupera e rivende il gas naturale, si insediano nelle piccole comunità rurali sconvolte dalla crisi economica per convincere i poveri abitanti a piegarsi, sorridendo appunto alle appetibili nuove frontiere dell'energia alternativa. I rischi sono altissimi, ma il contratto in realtà non lo dice: se le operazioni di estrazione non dovessero andare per il verso giusto, per l'agricoltura e la vivibilità di quelle terre è la fine, un punto di non ritorno. Le sostanze chimiche preposte alle procedure di trivellazione possono inquinare le falde acquifere e mettere in guai seri l'equilibrio ecologico. Un rischio che la vale la pena correre, in nome del progresso e del fatturato dell'azienda che in campo energetico, ovviamente, quantifica i guadagni a palate ignorando il più delle volte il destino incerto dei suoi clienti. Steve (Matt Damon) è un brillante e giovane agente che conosce bene il suo mestiere e lo applica con determinazione e spigliatezza. In compagnia della collega Sue (Frances McDormand) ha il compito di acquisire il diritto di estrazione sui terreni di una piccola cittadina della Pennsylvania e crede di sbrigare la pratica in meno di una settimana. Ma il lavoro si rivela più faticoso e complesso del previsto: un professore universitario in pensione ed un ambientalista entrano in scena nel tentativo di illuminare le coscienze dei poveri agricoltori, illusi dal facile guadagno. Steve dovrà lottare e darsi da fare per promuovere una votazione che a maggioranza approvi il piano di avanzamento dell'industria energetica. Ma quando scoprirà 'd'essere anche lui la vittima di una grossa strumentalizzazione speculativa, sarà proprio la sua coscienza ad essere chiamata in causa.

Gus Van Sant dirige con semplicità e mestiere un onesto film di impegno civile su un tema poco sviluppato dalla cinematografia attuale; attraverso la grande interpretazione di un bravissimo Matt Damon (impegnato anche in veste di produttore e co-sceneggiatore), abile nel costruire il personaggio di un giovane abbagliato dai profitti, ma illuminato dal rimorso e logorato dalle squallide manipolazioni delle multinazionali, "Promised land" è un film che si lascia seguire con piacere. L'autore più che preoccuparsi della pregevolezza tecnica (che in una confezione come questa resta pur sempre invidiabile), si sofferma nell'analisi dettagliata dei personaggi, mettendo in evidenza il dramma collettivo di una comunità rurale illusa da una promessa, ma di fatto tradita dalla logica del guadagno. Romanzato al punto giusto (non ci sono storie vere da raccontare), il film mette a nudo le ferite profonde di un'America disillusa, raccolta in un microcosmo dove i valori umani di convivenza e la certezza riposta in un futuro dignitoso predominano nonostante le difficoltà di sopravvivenza. Nonostante la positività dell'insieme il film è condizionato da un finale tutto sommato tanto prevedibile, quanto condivisibile. Ma è un peccato veniale, in un contesto ispirato da buoni attori, fra cui si segnalano anche Frances McDormand e Hal Holbrook.

UCI Cinemas, Molfetta - 20 Febbraio 2013