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21.04.2012

13° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE - I PREMI E LE MOTIVAZIONI

Si è conclusa a Lecce la tredicesima edizione, quest'anno particolarmente ricca e significativa, del festival del cinema europeo. Fra gli ospiti internazionali: Terry Gilliam (che ha presentato il corto "Wholly family") e Emir Kusturica (testimone di un bellissimo libro fotografico sul suo cinema, celebrato con una retrospettiva) hanno registrato una calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Quest'anno il programma del festival prevedeva anche tributi a Ken Russell e Sergio Castellitto, al quale è stato dedicato il libro curato da Enrico Magrelli "Sergio Castellitto, senza arte ne parte" (ediz.Rubettino).

31.07.2011 - 18.08.2011

Sinfonie di Cinema 2011 – LA COMMEDIA NEL CINEMA ITALIANO

Anche quest’anno torna a Montefiore dell’Aso (AP) la magica atmosfera del festival “Sinfonie di cinema”.

INFAMOUS - UNA PESSIMA REPUTAZIONE

Regia: Douglas McGrath

Interpreti: Toby Jones, Sandra Bullock, Daniel Craig, Peter Bogdanovich, Jeff Daniels, Gwyneth Paltrow, Sigourney Weaver, Isabella Rossellini

Durata: 110'

Nazionalità: USA 2006

Genere: drammatico

Stagione: 2006-2007

La sensibilità intellettuale come arma di sterminio della volgarità di massa. Truman Capote (1924-1984), sceneggiatore e romanziere di successo che visse a contatto con il jet set mondiale frequentando tutti i fenomeni culturali di quegli anni, nonostante la sua vocina stridula, la sua statura esile e un’eccentricità che lo facevano sembrare un alieno riuscì a surclassare con la sua mente interlocutori ostili, ridicolizzandone il grigiore di una piatta “normalità”. Il suo talento istrionico faceva sì che dietro l’apparente fragilità del suo volto buffo ed occhialuto si celasse la sua esperienza geniale e raffinata, il fascino di un moderno profeta venerato dai suoi accoliti. Ma Capote fu fondamentalmente uno scrittore che inseguiva da anni il romanzo della sua vita dopo aver dato alla luce capolavori narrativi come “Colazione da Tiffany” o “Altre voci, altre stanze” e dopo aver lavorato accanto ai più celebri cineasti americani degli anni ’50. L’occasione propizia arrivò nell’inverno del ’59 quando Truman Capote, appena trentacinquenne, apprese dai quotidiani che in una tranquilla comunità agricola del Kansas una famiglia era stata massacrata all’interno di una fattoria in seguito ad un tentativo di rapina. Da osservatore sensibile e raffinato colse l’opportunità straordinaria di mettere mano ad un racconto-reportage che inquadrasse da vicino le impressioni di una comunità sconvolta dal potere devastante di un crimine efferato. E fu proprio nello stesso inverno che da buon cronista di nera accanto alla sua amica Harper Lee (Sandra Bullock), autrice de “Il buio oltre la siepe”, si recò in Kansas per approfondire la sua indagine personale. Il passaggio dalla vita fatua e noiosa della grande città alla dimensione umana e raccolta della provincia consentì a Capote di addentrarsi con apparente distacco nella diffidenza contadina assimilandone i sapori. Fino a quando di lì a poco ebbe la possibilità straordinaria di entrare in contatto personalmente con i due autori del misfatto raccogliendo nei suoi numerosi colloqui carcerari gli spunti fondamentali per la stesura del suo romanzo. Il quale fra rinvii e difficoltà vide la luce solo nel 1966 (“A sangue freddo”) e restò in cima alle vendite per tanti anni. Nel frattempo la giustizia aveva seguito il suo tragico percorso condannando a morte gli autori del massacro; l’anima di Capote salita insieme ai suoi interlocutori sul patibolo non ebbe più modo di riprendersi. Segnato da questa tragedia cui aveva dedicato sette anni della sua vita, Capote realizzò il romanzo più importante della sua carriera al prezzo del suo sacrificio personale.
“Infamous” e “Capote” (uscito lo scorso anno e premiato con l‘Oscar assegnato al protagonista P.S.Hoffman), due film fotocopia ma solo in apparenza. Pur volgendo lo sguardo allo stesso argomento le rispettive storie si ispirano in realtà a due differenti racconti. L’autore dello script di “Infamous” è George Plimpton che ha dato a questo film un taglio documentaristico. Alla ricostruzione dei fatti avvenuti nel ’59 si alternano finte interviste o pseudo dichiarazioni dei personaggi che frequentavano il mondo di questo bizzarro scrittore (un po’ come in “Zelig” di Woody Allen). Ne scaturisce un ritratto a tutto tondo preziosissimo di un geniale autore idolatrato da amici e colleghi che era in realtà tragicamente solo e disperato. Impagabile a tal proposito sembra essere la performance meravigliosa di Toby Jones nei panni del protagonista sulla quale si sciuperanno inutili paragoni. Sono sprecate e ingiuste ulteriori statistiche: i due Truman Capote viaggiano verso un sacrosanto ex aequo perché è imbarazzante e fuori luogo soffermarsi su una valutazione individuale di un ruolo difficilissimo per entrambi.
L’intelaiatura narrativa di “Infamous” sembra essere tuttavia più robusta ed affascinante, la ricostruzione dell’epoca magnificamente affidata alla professionalità di un cast tecnico pregevole. E il cast di contorno vede coinvolti nomi illustri della cinematografia americana che si avvincendano in ruoli minori o in brevi apparizioni: da Sigourney Weaver a Daniel “007” Craig (irriconoscibile nei panni del detenuto che si affeziona allo scrittore), da Isabella Rossellini a Gwyneth Paltrow per finire con uno straordinario Peter Bogdanovich.

Cinema Elia, Corato - Febbraio 2007 (Barisera)

 

Voto:     3 / 5
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