Alienazione, profonda solitudine ed un inespresso bisogno di amare ed essere amati. Il povero, ingiustamente dimenticato Marco Ferreri, il regista venuto dal futuro come lo definì in suo documentario Mario Canale, tentò varie volte di raccontarla questa strana circostanza attraversando con la macchina da presa un percorso antropologico da "Ciao maschio" (1978) allo sfortunato "I love you" (1986). Il grande cineasta milanese si limitò tuttavia ad incidere sulle barriere dell'incomunicabilità fra i sessi, lanciando urla frequenti e disperate nell'anima dei suoi personaggi infelici. Ferreri non presagiva tuttavia la tentazione dell'informatica e della comunicazione virtuale come anticamera invasiva dei sentimenti inesplorati né ebbe modo di cogliere i rischi eventuali di una società connessa attraverso un monitor ed una tastiera. Eppure questo meraviglioso nuovo lavoro di Spike Jonze, nella sua complessa dolcezza, riapre interrogativi interessanti che riportano in un certo senso a quel bisogno inespresso al quale proprio il cinema del grande Ferreri ci aveva abituati. In esso, rinunciando alla spettacolarizzazione di un futuro ipertecnologico, Jonze immagina semplicemente una sofisticazione dell'informatica d'uso quotidiano. Theodore (Joaquin Phoenix) si serve della sua sensibilità e della buona scrittura per un lavoro insolito: redige lettere d'amore su commissione per conto terzi. Esprime ovviamente desideri e sentimenti destinati ad altre persone e sopravvive a stento alla sua infelicità personale. E' sempre connesso attraverso un auricolare ed un I-pad maneggevole con una segreteria virtuale che lo aggiorna costantemente. Un giorno si lascia sedurre dalla prospettiva di un nuovo sistema operativo dotato di intelligenza artificiale; un'anima all'interno del suo terminale, comunque portatile, capace di perfezionare i compiti della sua segreteria. La macchina viene modellata in base ai suoi istinti e ai suoi desideri; ecco allora che viene fuori "Samantha", voce sensuale ed accondiscendente che lo asseconda in tutto e per tutto. Inevitabile l'infrangersi della barriera amicale e professionale: Theodore si lascia sedurre dalle capacità intuitive della "ragazza" fino a consentirgli un necessario ingresso al soddisfacimento dei desideri personali. Questo genera un bisogno di possesso, velate gelosie e frequenti risentimenti. La "voce" assume un'anima, definendo una personalità vivace, complice, superiore alle interlocutrici che Theodore troverebbe comunque nel mondo reale. E' l'inizio di una tormentata discesa per il povero protagonista nella trappola senza uscita di chi è preda dei sentimenti.
Riduttivo sarebbe collocare questo film nell'ambito di una metafora fantascientifica dove la ricerca dei sentimenti veri in una dimensione virtuale diventa la reazione naturale per respingere la situazione opposta: ovvero l'abuso di sentimenti finti in una dimensione reale. Il messaggio sottintende tuttavia una tematica articolata e complessa: la rinuncia al corpo e l'amore per l'essenza. Certo è che Spike Jonze questa volta muove la sua indagine più in chiave umana, interpretando le disillusioni e le sofferenze di un uomo medio incapace di esprimersi con i suoi simili (soprattutto nel rapporto con la vicina di casa Amy Adams, a sua volta turbata da una improssiva separazione) che trova appunto in una "voce" senza corpo lo sfogo ideale di sogni e sensazioni. Il film offre allo spettatore la grande opportunità di immedesimarsi in una storia d'amore estrema e delicata che non manca di colpire in chiave di scrittura (Oscar migliore sceneggiatura originale a Spike Jonze) soffermandosi sulle fasi tormentate del sentimento stesso: conquista, sindrome d'abbandono, possesso, gelosia, smarrimento. Percorso duro che uno straordinario Joaquin Phoenix attraversa con grazia e misura parlando praticamente da solo per quasi due ore. Impresa non proprio facile anche se fuori campo trionfa alla grande un personaggio invisibile: la voce originale di Scarlet Johansson, nella versione italiana doppiata degnamente da una brava Micaela Ramazzotti. Film notevole, imperdibile, necessario, capace di raccogliere lacrime e tenerezza senza invadenti infiltrazioni new-age.
Cinema Opera, Barletta - 13 Marzo 2014 |