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21.04.2012

13° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE - I PREMI E LE MOTIVAZIONI

Si è conclusa a Lecce la tredicesima edizione, quest'anno particolarmente ricca e significativa, del festival del cinema europeo. Fra gli ospiti internazionali: Terry Gilliam (che ha presentato il corto "Wholly family") e Emir Kusturica (testimone di un bellissimo libro fotografico sul suo cinema, celebrato con una retrospettiva) hanno registrato una calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Quest'anno il programma del festival prevedeva anche tributi a Ken Russell e Sergio Castellitto, al quale è stato dedicato il libro curato da Enrico Magrelli "Sergio Castellitto, senza arte ne parte" (ediz.Rubettino).

31.07.2011 - 18.08.2011

Sinfonie di Cinema 2011 – LA COMMEDIA NEL CINEMA ITALIANO

Anche quest’anno torna a Montefiore dell’Aso (AP) la magica atmosfera del festival “Sinfonie di cinema”.

PICCIONE SEDUTO SU UN RAMO RIFLETTE SULL'ESISTENZA (UN)

Regia: Roy Andersson

Interpreti: Holger Andersson, Nisse Vestblom, Charlotta Larsson

Durata: 99'

Nazionalità: Svezia 2014

Genere: commedia

Stagione: 2014-2015

Aspetti Godot e invece arriva un Leone d'oro inaspettato (l'ultima volta nel '90, con un caso analogo per Stoppard) a ricordarci che anche la commedia, a maggior ragione quando è avvolta nel manto dell'assurdo, può rivelarsi un espediente formidabile, forse il migliore, per stendere il dramma esistenziale con un sorriso amarissimo. Il piccione seduto sul ramo (che sta in una teca nell'incipit ma è anche il nome di un dipinto di Bruegel Il Vecchio), riflette ma schernisce con toni surreali e imprevedibili quella realtà, non sempre allegra, che Guerra definiva di "sorprendente fantasia". Un po' come un altro suo illustre cineasta scandinavo, Roy Andersson che ha avuto col mezzo cinematografico un rapporto a volte passionale, a volte freddo, cura l'estetica delle sue inquadrature attraverso l'impatto cromatico che resta praticamente immutato (due i colori principali sullo sfondo: il verde e il marrone). In un film privo di trama, che ha come unico veicolo narrativo le assurde vicessitudini di due improponibili e goffi commessi viaggiatori di inutili scherzi di carnevale, assistiamo ad una a volte grottesca, a volte tragicomica carellata di invidui anonimi travolti dal malessere e dalla meccanicità del vivere quotidiano. Si comincia con un breve trittico di morti possibili (la più divertente quella su una nave da crociera, col passeggero steso, e i membri dell'equipaggio che assegnano la consumazione già pagata dallo sfortunato cliente), si procede con dialoghi che incrociano l'assurdo e il paradosso. Andersson cattura come un pifferaio magico lo spettatore in una dimensione davvero fuori dall'ordinario, dove accade di tutto e dove alcune situazioni portate avanti con esasperazione (il divertente sbalzo temporale con la folle comparsa di un'avanzata dell'esercito di re Carlo, con successiva ritirata, in un pub) con conseguenze spiazzanti. Vi è un'accurata analisi di uno smarrimento latente, che si annida fra il disagio, il senso di solitudine e la monotonia del quotidiano, certi frammenti grotteschi (l'uomo con la pistola in mano che rassicura l'uomo dall'altro capo del telefono) che non lasciano in alcun modo indifferenti e che strizzano l'occhio a Beckett.

Pur destando curiosità e interesse e un film che parte con la fanfara dell'originalità ma che via via disperde il suo principale potere in una seconda parte meno vivace ove si accusa il peccato di ripetitività. Il regista, ben ispirato da qualche scherzetto di post-produzione, mette a frutto i poveristici effetti speciali nella sequenza onirica dell'epilogo con un mostruoso marchingegno, girarrosto felliniano, macchina da guerra di un imprecisato impero coloniale. Roy Andersson gioca insomma con le carte del cinema, più di quanto sicuramente non abbia fatto nel suo lungo passato recente di pubblicitario. Il film tuttavia zoppica nel perdonabilissimo incidente in cui incappano tutti i prodotti in cui la frammentarietà è indice di ritmo intermittente. Un Leone d'oro forse un pochino generoso, ma che premia, come del resto già avvenuto per il documentario di Gianfranco Rosi lo scorso anno, un modo insolito e stimolante di cinematografare.

Cinema Abc, Bari - 19 Febbraio 2015

Voto:     3 / 5
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